Abbiamo trasmesso una nota al Capo della Polizia Prefetto Vittorio Pisani per segnalare alcune gravi criticità nella gestione delle Sale Operative delle Questure italiane. Il problema principale che abbiamo evidenziato è il sovraccarico di lavoro degli operatori, spesso lasciati soli a gestire emergenze complesse, con potenziali ripercussioni sulla sicurezza pubblica e sull’incolumità degli stessi agenti su strada.
Come è noto le Sale Operative sono il cuore della risposta alle emergenze: gestiscono chiamate di soccorso prendendo decisioni complesse in archi temporali ristretti al fine di razionalizzare e coordinare le risorse sul territorio. Negli ultimi anni, agli operatori è stato aggiunto anche il compito di controllare gli allarmi dei braccialetti elettronici, utilizzati per monitorare le persone sottoposte agli arresti domiciliari o apposti per la tutela delle vittime di stalking. Questa mansione richiede tempestività e precisione, ma affidata a un solo operatore – spesso con poca esperienza – aumenta i rischi per le vittime e per l’efficacia delle misure giudiziarie. Non bastante ciò, come sappiamo questi strumenti di monitoraggio spesso generano numerosi falsi allarmi che distolgono l’unico operatore da altre attività importanti.
Abbiamo evidenziato come la circolare della Direzione Centrale Anticrimine D.C.A. – S.C.T. prot. 0020852 del 17.02.2023 che suggeriva la presenza di almeno due operatori per turno, sia stata largamente ignorata. Inoltre, la proposta di chiudere le Sale Operative dei Commissariati distaccati per concentrare tutto il lavoro nelle Questure aggraverebbe ulteriormente la situazione, soprattutto in territori vasti e complessi come quelli della Questura di Frosinone, senza considerare il fatto che non apporterebbe neanche una razionalizzazione delle risorse poiché nei Commissariati gli operatori delle sale operative svolgono contestualmente anche altre mansioni.
Abbiamo pertanto proposto di valutare l’introduzione di disposizioni vincolanti per garantire un numero minimo di operatori per turno, al fine di tutelare la sicurezza pubblica, quella degli agenti e delle categorie più vulnerabili.