Ieri mattina sono stato contattato in prima mattinata dai colleghi di Milano che mi hanno notiziato dell’accaduto e di come, per linee generiche, era stato ferito il collega e uccisa la “bestia di Berlino”.
Due ore dopo verifico, con grande sconcerto, che i nomi e le foto dei nostri eroi, impazzavano sulla rete.
Tutti conoscevano i loro nomi, il loro viso, le zone di provenienza e gli indirizzi della famiglia.
Poco dopo mezzogiorno do indicazioni all’ufficio stampa SAP di redigere un comunicato di compiacimento per la straordinaria operazione compiuta dai colleghi eprimendo la necessità di invertire la politica dei tagli alla sicurezza perché l’accaduto certifica l’emergenza in cui versiamo. Nel fare questo anche il mio ufficio stampa inserisce (ERRORE) il nome dei colleghi in quanto oramai stavano scritti su tutte le foglie degli alberi.
Nel primo pomeriggio vengo contattato da un amico giornalista che, sconcertato, mi notizia del fatto che l’Ufficio Relazioni Esterne del Dipartimento della P.S. gli aveva inviato le foto dei colleghi e mi gira la e-mail dalla quale si rileva che il messaggio era realmente stato inviato dall’Ufficio Relazioni Esterne del Dipartimento della P.S..
Subito dopo vengo contattato da Mariateresa Conti de il Giornale che mi chiede una parere su questa improvvida diffusione. Il mio pensiero è riportato in questo articolo.
Quello che è successo è molto grave!
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