«Penso a Don Luigi Ciotti e a tutti quelli che ogni giorno, dai commercianti ai giornalisti, mettono a rischio la propria vita in nome della verità e, dunque, della libertà. Sono da considerare eroi civili di questo Paese. La loro Antimafia è autentica, virtuosa e disinteressata». Inizio dalla parte finale del libro “Il contrario della paura” del Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo Franco Roberti, che ho avuto l’immenso onore di presentare a Firenze con lui, presso la storica biblioteca Marucelliana in cui Dante Alighieri ha scritto parte della Divina Commedia.
Questa parte che ho citato è una delle chiavi del nostro problema e della crisi del nostro tempo e del nostro Paese.
Per me presentare questo libro è stato un onore e un’emozione immensa che mi ha davvero riempito il cuore. Questo è stato l’ultimo evento, il miglior fiore a conclusione del nostro percorso del Memorial Day, che ogni anno cerchiamo di organizzare in tutto il nostro Paese, con una serie di iniziative che sono scaturite purtroppo, dalla tragica strage di Capaci: dalla strage che ha visto morire chi ha avuto il coraggio di sfidare il sistema e ha avuto il coraggio soprattutto, di sfidare una deriva culturale nichilista ed individualista del nostro tempo. Una deriva che non riguarda solo il nostro Paese, ma riguarda tutto l’Occidente. Voglio utilizzare un acronimo anglosassone: N.I.M.B.Y., “Not In By Back Yard”: non nel mio giardino, fate tutto quello che volete, ma non fatelo a casa mia. Questo è un qualcosa di estremamente deviante. È difficile battersi con mondi criminali così complessi se poi non vi è l’apporto della comunità.
Vorrei fondare un’associazione e chiamarla “Brescello”: “non mi interessa se stai con Don Camillo o Peppone, mi interessano le tue intenzioni”. Questo perché oggi le bandiere sono diventate soltanto uno strumento dietro le quali nascondersi, contribuendo ad alimentare a quella che è la degenerazione di carattere morale e il disinteresse verso la società. L’essere umano è un individualista non è una formica, una termite o un’ape, occorre però trovare un punto di mediazione, con l’interesse strettamente personale figlio di un istinto, il primato della ragione deve imporsi distinguendoci, il primato dalla bestia. Il fatto di voler partecipare alla vita sociale e di farlo con convinzione è l’unico strumento per riscattare il Paese. Il libro del dr. Fabio ROBERTI offre grandi e profondi punti di riflessione in tal senso. È un libro straordinario che prende, coinvolge, perché racchiude un’esperienza di vita e le conseguenti riflessioni siano esse condivise o meno. Sono pensieri figli non dell’individualismo ma di chi ha deciso di servire un Paese, anche a costo di mettersi in una condizione di enorme rischio. Un rischio che nella società dell’individualismo viene considerato una irresponsabilità verso la propria famiglia e soprattutto i figli, ignorando che verità e giustizia sono i principi cardine della giusta strada, quella che dovremmo ritrovare… ma oggi purtroppo, cantiamo ogni giorno l’inno all’ignavia. È questo il nostro male.
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