“Come un fortino assediato dagli Apache: razzi, bombe carta, pietre contro di noi che eravamo lì, circondati nell’area del cantiere della Torino-Lione, qualche giorno dopo che l’avevamo liberato dagli attivisti No Tav.In quell’occasione rimasi gravemente ferito, mi ruppi la clavicola. Dovetti rimanere a casa tre mesi”. Così ricorda quei giorni dell’estate del 2011 l’ispettore superiore Antonio Gurgigno, in servizio alla Digos di Torino e rappresentante Sap, anche lui coinvolto in una guerriglia che durò parecchie ore e che alla fine causò oltre duecento feriti. Di attacchi al cantiere, ricorda ancora il collega, ce ne sono stati tanti, anche nella recente visita del Ministero dell’Interno Matteo Salvini; ma i nostri colleghi sono lì, con spirito di servizio e abnegazione, a difesa delle Istituzioni democratiche e anche a garanzia per chi vuole esercitare “pacificamente” l’esercizio della protesta, nei modi consentiti dalle leggi.
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