TROPPO VECCHI PER LA SICUREZZA
di Raffaello Masci
A Milano mancano 600 agenti, a Torino 300, a Napoli almeno 500, a Roma addirittura 1400. In totale sono tra i 15 e i 20 mila gli uomini (e le donne) che mancano in tutta Italia, soprattutto under 40, cioe' giovani, e quindi e' difficile mettere insieme i servizi che richiedono maggiore energia e agilita': le volanti, le pattuglie dei celerini, gli organici dei poliziotti di quartiere. Su 24 mila macchine della polizia, almeno 7 mila sono costantemente in manutenzione perche' hanno piu' di 200 mila chilometri. E poi manca la benzina, mancano gli etilometri, gli strumenti per controllare la velocita', manca perfino la cancelleria negli uffici. La polizia non ce la fa piu', soprattutto al Nord, in citta' come Torino, Milano, Padova, dove gli organici si vanno sempre piu' assottigliando.
Se a questa situazione di disagio aggiungiamo anche che da quasi due anni i poliziotti sono senza contratto e che il governo ha tagliato alle forze dell' ordine quasi un miliardo in tre anni, si capisce perche' e' scoppiata la protesta. Ieri mattina davanti a tutte le questure e le prefetture d' Italia i poliziotti hanno fatto un volantinaggio: “Cittadini, aiutateci a difendere la vostra sicurezza”. Il 15 ci sara' un sit-in davanti al ministero dell' Interno, mentre il 28 l' alzata di scudi si concludera' con una manifestazione nazionale a Roma. A scendere in piazza saranno tutte e sei le sigle sindacali di categoria.
La prima controversia che oppone polizia ed esecutivo e' sugli organici: ogni cinque agenti che vanno in pensione, solo uno viene rimpiazzato – lamentano i sindacati – e questo blocco del turnover e' particolarmente grave se si considera che la categoria invecchia: l' eta' media dei nostri agenti e' 47 anni, solo l' 8 per cento dei 105 mila in organico ha meno di 30 anni e appena 13 lavoratori (tredici di numero, in tutta Italia) ne hanno meno di 20. I pochi giovani, peraltro, rischiano di avere – quando sara' – una pensione da fame, perche' per loro, “unico settore del pubblico impiego”, non e' stato ancora attivato alcun piano di previdenza integrativa.
Non che vada meglio per i piu' anziani, i quali – stando sempre alle fonti sindacali – attendono dai tempi del primo governo Berlusconi (1995) un “riordino delle carriere” che prevederebbe riqualificazioni professionali e, beninteso, attese promozioni. Ci sarebbe, a questo scopo, una disponibilita' di 600 milioni, accantonati dai precedenti esecutivi, ma nulla di concreto e' stato fatto, mentre a crescere in questi anni non sono state le retribuzioni ma solo l'eta' degli agenti.
Su questo grigio cahier de doleances va poi iscritto il grande tema del rinnovo contrattuale. Ma come – dicono i poliziotti – non doveva essere la sicurezza la priorita' di questo governo? Non si sono vinte le elezioni politiche e anche quelle di importanti Comuni proprio su questo tema? E invece da 21 mesi gli agenti (e le agenti) attendono il rinnovo contrattuale. Le loro buste paga parlano di un netto di 1250 euro al mese per i piu' giovani e di 1400 per gli anziani, quando i vigili urbani – per dire – ne prendono 1500 da subito. Doveva esserci – stando alle promesse – un adeguamento economico piu' un incremento legato “alla specificita'” della professione. Ma per la prima voce il governo ha proposto 40 euro lordi a testa, mentre per la seconda, da cui i lavoratori della polizia si attendevano un segnale di apprezzamento, l' offerta e' stata di euro 2, cioe' meno dei gia' magri 5 euro promessi da Prodi a suo tempo.
Tutto questo insieme di cose ha generato prima mugugni, poi malumori e, infine, la protesta di questo mese. “Dopo l'infruttuoso incontro a Palazzo Vidoni col ministro Renato Brunetta, nelle settimane scorse – ha detto il segretario del Sap Nicola Tanzi – nessuna risposta concreta e' arrivata, ancora una volta, dall' attuale esecutivo. Anzi, il testo della manovra non prevede alcuna risorsa aggiuntiva per la specificita', ma solo i consueti appostamenti 'con specifica destinazione per il personale delle forze armate e dei corpi di polizia'. Somme che per il triennio 2010-2012 si aggirano sui 400 milioni di euro, che serviranno a malapena per regalare incrementi stipendiali futuri pari al tasso di inflazione”.
La Stampa ediz. nazionale – pag. 11 – 7 ottobre 2009
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