Dovendo, infatti, immettere negli organici di alcuni uffici e reparti della Capitale un consistente numero di operatori, i vertici dell’Amministrazione hanno chiesto ed ottenuto una deroga al vincolo dei 4 anni di permanenza minima nella sede di provenienza per la presentazione delle istanze di movimentazione.
All’epoca, infatti, coloro che volevano e potevano spostarsi a Roma erano troppo pochi: annullando il criterio citato, gli aspiranti sono saliti addirittura oltre il numero necessario.
Nell’ambito di questo confronto il Sap aveva chiaramente espresso la propria contrarietà alla natura solo transitoria di questa innovazione, chiedendo un impegno concreto per il superamento definitivo della regola ed ottenendo l’esplicita promessa dell’avvio di alcune procedure per la necessaria revisione normativa.
Poiché in autunno è programmato il prossimo giro di trasferimenti per agenti e assistenti (e quindi si profila l’emanazione della circolare che detta tempi e modalità per le domande e le revoche), il Sap ha inviato al Viminale una nota dove, richiamando l’impegno assunto a suo tempo dal Dipartimento, chiede da un lato di conoscere lo stato della procedura di abolizione del vincolo; dall’altro di mantenere, fino alla sua conclusione, la sospensione applicata nell’ultimo anno. Tornare indietro non avrebbe senso e produrrebbe solamente inutili disparità fra chi ha potuto beneficiarne e chi non vi è riuscito.
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