Il 15 novembre cinque agenti del reparto mobile di Palermo sono rimasti feriti presso il Cpr di Milo a Trapani nel tentativo di sedare una rivolta scoppiata in un settore del centro. Gli agenti sono stati trasportati in ospedale e hanno riportato 5 giorni di prognosi, uno di loro è stato portato in ambulanza perché colpito da un oggetto al volto. I migranti trattenuti all’interno del Cpr, dopo aver danneggiato una parte della struttura, sono riusciti a recuperare oggetti contundenti, che hanno utilizzato contro la squadra del reparto mobile, la quale, in tenuta antisommossa, ha provato a intervenire per sedare la rivolta e procedere al sequestro del materiale ritenuto pericoloso. A quel punto i migranti hanno lanciato di tutto contro poliziotti, come pietre, spranghe e bottiglie, compresi escrementi e urine. “Aggredire le donne e gli uomini delle forze dell’ordine è diventato uno sport nazionale. La nostra è una professione sempre più esposta a rischi per l’incolumità dei colleghi. Da Torino a Bologna, per finire a Trapani, sono una trentina i colleghi rimasti feriti nell’ultima settimana in tutto il Paese, dove ormai si respira un clima di tensione costante e pericoloso e a pagarne le spese sono gli uomini e le donne in divisa”, ha affermato il Segretario Generale aggiunto del SAP, Giuseppe Coco, precisando che “due dei migranti coinvolti nella rivolta del 15 novembre, soggetti già noti alle forze dell’ordine in quanto responsabili di svariati reati commessi in Italia, sono stati arrestati”.
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