Domani 6 luglio 2017, a partire dalle ore 9.00, il Sindacato Autonomo di Polizia, manifesta in Piazza del Viminale
«Questa sul reato di tortura non è assolutamente una legge finalizzata a reprimere questa tipologia di comportamenti, si tratta al contrario, di un vero e proprio manifesto ideologico contro le Forze di Polizia, alimentato e promosso da chi, con il partito dell’Antipolizia ci va a braccetto».
Non usa mezzi termini Gianni Tonelli, Segretario Generale del Sindacato Autonomo di Polizia (SAP) che, domani mattina, a partire dalle ore 9.00 fino alle 14.00, sarà presente in Piazza del Viminale a Roma, per animare l’opinione pubblica su questo pasticcio legislativo che mira a compromettere la sicurezza e l’operatività delle Forze di Polizia, ammanettandole e disarmandole, paradosso tutto italiano.
La scelta di svolgere questa attività di informazione e volantinaggio in Piazza del Viminale, nasce proprio dall’esigenza di sensibilizzare sull’argomento il Dipartimento della Pubblica Sicurezza e il Ministero dell’Interno che, ad oggi, non ha preso alcuna posizione in merito.
«E’ inaccettabile questo silenzio da parte del Viminale» tuona Gianni Tonelli che, da anni con il Sap, si è fatto promotore di questa lotta contro una buona parte della maggioranza che, pur di legiferare contro le Forze dell’Ordine, tende la mano alla criminalità. Infatti, introdurre il reato di tortura nelle sue varianti, come ad esempio la cosiddetta “tortura psicologica”, mette l’operatore di Polizia in serie difficoltà, in quanto lo stesso sarebbe imputabile anche solo per aver intimato l’arresto.
In questo modo le Forze dell’Ordine vengono disarmate e i fenomeni criminosi conquistano un’ampia fetta d’azione. Il tutto nel più assordante silenzio e totale indifferenza del Ministero dell’Interno.
«Questa è una legge che mette sotto tortura la brava gente e aumenta il livore del partito dell’Antipolizia – dice ancora Tonelli – grazie a questo progetto di legge saremo gettati nelle mani dei delinquenti e, a rimetterci, non sarà solo il Poliziotto, ma tutta la brava gente che si rivolge ai miei colleghi in situazioni di pericolo. Con questa legge, in loro soccorso troveranno un poliziotto con le mani legate. Ci rimetteranno entrambi: il mio collega e il cittadino per bene».
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