La diciannovenne antagonista di Torino che in una video intervista, ha dichiarato di essere stata picchiata dagli agenti, è la testimonianza dell’imbecillità del partito dell’Antipolizia.
La testimonianza vivente, la si può toccare con mano. Ci si può rendere conto del degrado sociale e culturale di certa gente anche solo guardando il video da lei stessa reso pubblico, nel quale si evince chiaramente la ricostruzione faziosa del presunto episodio di violenza.
Esaminando attentamente il volto della ragazza durante la narrazione della sua storiella, si può notare come più e più volte, alzi lo sguardo verso destra.
La programmazione neurolinguistica (PNL) insegna che i movimenti oculari rivolti in alto e verso destra, corrispondono al cosiddetto “visivo costruito”, una rappresentazione dunque, non di ciò che ricordiamo, ma di ciò che stiamo immaginando ed elaborando in quel momento, “inventando”, per rispondere ad una domanda.
Detto in poche parole, la ragazza sta mentendo, ed è piuttosto evidente. Ci teniamo a sottolinearlo, soprattutto per quegli esponenti politici di un certo schieramento, che accolgono come buona qualsiasi cosa pur di manifestare la propria avversione alle divise e cavalcare l’ondata d’odio promossa dai loro compagni imbecilli del partito dell’Antipolizia.
Apprendiamo dalla stampa che la stessa ha annunciato di voler denunciare gli agenti che a suo dire avrebbero perpetrato l’abuso nei suoi confronti. Bene, attendiamo che lo faccia, così come attendiamo con ansia elementi utili a dimostrare quanto dichiarato.
Se così non fosse, sarebbe bene che chiedesse scusa e smentisse le infamanti accuse rivolte ai poliziotti che hanno semplicemente svolto con criterio il proprio lavoro. In caso contrario la giovane dovrà assumersi le sue responsabilità.
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