Intervistato da Rai GR 1, Stefano Paoloni, Segretario Generale del SAP, ha fatto il punto sia sulla situazione del personale organico della polizia, che sulla gestione dei cortei e dell’organizzazione delle forze di sicurezza per la lotta al terrorismo. «Credo che la nostra sia veramente una delle migliori polizie del mondo, rispetto a 7-8 anni fa, quando vi furono i primi episodi particolarmente gravi, sono stati fatti dei passi avanti molto importanti, sono state create anche delle sezioni, delle squadre, le UOPI, specializzate proprio per il contrasto immediato di eventuali situazioni critiche. Il nostro servizio di intelligence – ha spiegato Paoloni – è sicuramente molto attivo e, quindi, credo sia stato fatto veramente un bel percorso rispetto ai primi episodi di terrorismo, in particolar modo della Francia, dove invece, per contro, avevamo ancora dei limiti importanti. Questi anni sono stati sfruttati positivamente per migliorare il sistema». Cortei pacifici sì, cortei violenti no, come si fa a saperlo prima? «È chiaro che non è semplice, viene fatta prima un’attività di indagine e di verifica per cercare di capire attraverso i servizi di intelligence se le manifestazioni possono essere violente, cioè possono nascere degli incidenti. È chiaro che si tratta di un’attività di prevenzione, non certa». Per quanto riguarda eventuali infiltrazioni? «Questo è un rischio, ma spesso purtroppo rileviamo che la volontà di creare incidenti, attraverso la violazione delle prescrizioni date oppure il lancio di oggetti o comunque creando situazioni di pericolo, è proprio finalizzata a innalzare l’attenzione sulla manifestazione, che diversamente a volte rischierebbe di passare quasi inosservata». Nel corso dell’intervista è stato poi ricordato che nel 2010 gli operatori di polizia erano 109mila mentre oggi sono 98mila. «Siamo purtroppo oggi vittime del periodo della spending review, con il blocco del turnover, una situazione che poi a partire dal 2018 sta tentando di recuperare, eravamo scesi fino a 96mila, quindi oggi è un po’ in corso di recupero».
In merito ai pensionamenti, circa 4mila unità all’anno, Paoloni ha spiegato: «I nostri istituti di istruzione sono nella condizione di formare poco di più di questi numeri, 4.200-4.300. Quindi il 2023 e il 2024 purtroppo sono due anni particolarmente critici rispetto all’organico complessivo, dopodiché dovrebbe iniziare un percorso, sempre se si manterrà regolarmente il ritmo di assunzioni, che andrà mano a mano a compensare l’importante vacanza organica. Purtroppo è stata la scarsa lungimiranza della nostra politica che nel periodo dal 2010 al 2016 circa, che è il periodo della spending review, non ha avuto lungimiranza, anzi, si è provveduto a chiudere alcune delle scuole storiche di cui potevamo disporre e oggi ne paghiamo le amare conseguenze».
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