Con l’istituzione del Tavolo per la prevenzione e la gestione delle cause di disagio per il personale della Polizia di Stato, l’Amministrazione si è finalmente attivata di fronte ad un problema che noi segnaliamo da anni. In passato il SAP ha tentato di affrontare il tema del disagio in polizia raccogliendo firme e sensibilizzando la cittadinanza su un problema che non dovrebbe essere nascosto sotto al tappeto come la polvere.
Ad oggi è l’Amministrazione che risponde al disagio creando un Tavolo che prende in considerazione e affronta alcuni tipi di difficoltà, che prima venivano considerati tabù, come ad esempio la perdita di colleghi che si sono tolti la vita in maniera volontaria.
Il capo della Polizia, Franco Gabrielli ha sottolineato la volontà concreta di essere vicino al personale con iniziative quali: l’aumento del numero degli psicologi fino a quattro volte quello attuale, la creazione di un servizio di psicologia, la promozione dell’informazione sul tema tramite convegni e discorsi pubblici. Un altro segno tangibile di vicinanza ai poliziotti è stato di aver utilizzato il fondo assistenza attraverso un contributo alle famiglie dei colleghi che sono deceduti anche non per atti eroici, perché: “Le perdite sono tutte perdite, non c’è una graduatoria… però un conto è vivere la vicinanza, l’affetto degli altri, il pubblico plauso e un conto è vivere la vergogna, il senso di colpa. Quindi il fondo di assistenza verrà utilizzato con attenzione maggiore ai colleghi che non ci sono più”.
Il Direttore Generale della Sanità ha infatti richiesto che le Organizzazioni Sindacali facciano da “sensori su campo” per illustrare quali sono le strade percorribili per dare reale vicinanza e sostegno ai colleghi che sono in difficoltà ovvero di migliorare il loro stato di benessere in questa Amministrazione.
Il SAP si è dimostrato disponibile ad accogliere la richiesta dell’Amministrazione di capire i segnali di disagio in modo da poter individuare i problemi, le loro soluzioni e verificare la loro fattibilità, rappresentando fin da subito che vorremmo che fosse modificato l’assetto normativo dell’articolo 48 DPR 782/85 di sospensione dal servizio o di aspettativa pet motivi di salute determinata da infermità neuropsichiche, in quanto tale definizione, se da una parte allontana dal poliziotto un fattore di rischio, quale è la detenzione di un’arma nel momento di crisi, dall’altra parte depriva la stessa persona della possibilità di chiedere aiuto ad altri (un potente fattore di protezione nei momenti di difficoltà) per la stessa condizione di disagio: per il poliziotto, la sospensione dal servizio, per come viene attuata adesso, non significa solo dover deporre l’arma per un periodo, quanto rischiare di restare isolato dalla sua squadra di lavoro, di perdere l’idoneità al servizio di polizia e vedersi sottrarre il tesserino, che è la sua identità sociale oltre che il simbolo di appartenenza al suo gruppo. Per questo motivo e, al fine di migliorare la fiducia tra i poliziotti in difficoltà e l’Amministrazione tutelante, riproporremo questa tematica come definizione di un nuovo disegno di legge.
Cercheremo di dare la nostra partecipazione in modo tangibile e ci impegniamo, in modo serio e non solo di facciata, a coniugare le esigenze dei colleghi con le disponibilità dell’Amministrazione.
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