I colleghi sono ben consapevoli del lavoro che fanno e dei rischi a cui vanno incontro ogni mattina. Viviamo nell’incertezza di ciò che accadrà e soprattutto nel timore che svolgendo il nostro dovere possa succedere l’imprevedibile. Ma c’è anche un’amara consapevolezza: non siamo disposti ad accettare di essere esposti sistematicamente attraverso il cosiddetto “atto dovuto” a doverci far carico delle spese legali e peritali.
“I colleghi oggi non temono di rischiare la loro incolumità fisica, ma temono di più di essere sottoposti ad un procedimento penale, perché oltre ad essere esposti alla gogna mediatica, verranno coinvolti direttamente con il loro patrimonio personale a dover dimostrare di avere agito nella legalità, giustificando il loro operato. Esprimiamo la nostra più sentita solidarietà ai colleghi in questo loro difficile momento professionale. Continuiamo a ribadire che servono adeguate garanzie funzionali per permetterci di svolgere serenamente ed efficacemente il nostro mestiere. Questo sarà il primo tema che porremo all’attenzione del nuovo Ministro”.
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