Alle domande del giornalista su cosa si poteva fare e cosa non ha funzionato, Stefano Paoloni non ha dubbi: «E’ stato fatto un lavoro straordinario. Ci siamo trovati di fronte a tifosi che non sono tifosi e che erano venuti con chiari intenti violenti. I colleghi si sono trovati a fronteggiare questa situazione facendo un lavoro eccellente. Purtroppo contiamo più di 10 feriti». A detta di Paoloni il problema nasce dalla legittimazione che è stata data a questi violenti «A partire dal Ministro dell’Interno e a seguire con il Prefetto che ha emesso il provvedimento di divieto, c’era stata la dimostrazione che le attività di prevenzione erano già state sviluppate in modo eccellente ed era stato compreso che questi sarebbero arrivati nel nostro Paese con intenti non pacifici». Senza tralasciare la decisione del TAR, soffermandosi sull’ingerenza subita dalle autorità tedesche che hanno messo in discussione il provvedimento. Questo atteggiamento, a detta di Paoloni, ha innescato il meccanismo di legittimazione dei violenti e questo è stato il triste epilogo della giornata di ieri. Sul Daspo rimane sulla linea di sempre: «Io sono contrario al Daspo per un anno, sono per il Daspo a vita. Chi è violento non deve più poter partecipare agli eventi sportivi, perché ha dimostrato di non avere la capacità partecipare ad eventi che dovrebbero essere un momento di aggregazione, di condivisione e qualcosa di positivo».
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