Dal duello ancora aperto contro i militanti del partito dell’Anti-polizia (il parlamento ne è pieno!) sull’approvazione del ddl Tortura, a quello contro l’introduzione del numero identificativo sulle divise, un rischio per la nostra sicurezza e per quella delle nostre famiglie. Dalla difesa per gli agenti che hanno subìto violenti attacchi dall’opinione pubblica a quella per chi è stato sospeso ingiustamente dalla Polizia di Stato dopo aver denunciato le carenze dell’Amministrazione. E ancora: le innumerevoli battaglie quotidiane per la mancanza di strutture adeguate, per i Gap scaduti, per i caschi marci, per le auto vetuste; per il blocco del turnover e per il mancato rinnovo del contratto (siamo scesi in piazza, in tutta Italia, per manifestare le nostre ragioni al ministro Madia); per la chiusura di oltre 300 uffici delle Specialità e per le carenze di organico. La debilitazione delle Forze dell’Ordine è totale, e con una grande campagna mediatica sulla stampa nazionale abbiamo invocato un’intervento della classe dirigente.
Tante sono state le battaglie – alcune iniziate proprio con lo sciopero della fame, provocatoriamente realizzato dal segretario Gianni Tonelli nel corso dell’ultima stagione – che adesso è necessario tradurre sui territori con iniziative ad hoc a livello locale. Non dobbiamo abbassare la guardia né lasciare campo libero a chi vuole solo mistificare la realtà
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