9 Settembre 2022
Sono diventate ormai inaccettabili le condizioni in cui versano gli operatori ferroviari e le forze di Polizia nelle stazioni e sui treni. Le continue aggressioni e la protratta necessità di dover lavorare con la certezza che possa succedere qualcosa da un momento all’altro, ha portato gli operatori a fermare la viabilità ferroviaria, vitale per l’economia del nostro paese, per un giorno intero. Una scelta più che giusta, vista la radice del problema che dovrebbe preoccupare chiunque si occupi di comparto sicurezza.
Fra treni cancellati e giustificate richieste per tutelare il personale, il nord mette le braccia conserte. Al limite della sopportazione, perché in aumento i reati sui treni, le aggressioni a capitreno, a macchinisti e alle nostre Forze della Polizia di Stato, che chiamate in ausilio degli operatori ferroviari si trovano spesso a dover intervenire su aggressioni, liti e oltraggi di vario genere, riportando lesioni che hanno dato prognosi differenti per i colleghi intervenuti e per gli operatori ferroviari.
Per il SAP, quello delle aggressioni, è un fenomeno di cruciale importanza: “Innanzitutto esprimo tutta la mia solidarietà al personale di macchinisti e capitreno – spiega Stefano Paoloni, Segretario Generale del SAP – Quello delle aggressioni al personale operatori che svolgono una funzione pubblica, è un problema grave che noi tentiamo di affrontare con decisione da anni. I lavoratori a bordo dei treni vivono la stessa brutale realtà, ed anche in questo caso si deve intervenire con decisione. La funzione preventiva delle norme è fondamentale. Siamo consapevoli dei rischi che corrono i controlli di viaggio e i loro colleghi e pertanto al pari di quanto necessita per i poliziotti, anche per loro servono norme adeguate che tutelino la loro professione e la loro incolumità personale”.
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