Pure il secondo confronto col Pref. Dispenza degli Affari Generali sui servizi di sicurezza e soccorso nelle aree innevate si è concluso con un risultato insoddisfacente.
Anche se il numero totale è salito a 186 – non ancora al livello adeguato – ed è sparita la preclusione per gli operatori provenienti dalle province colpite dal sisma, il SAP ha rigettato con forza l’impostazione pretesa dall’Amministrazione rintuzzando punto per punto sia le motivazioni che le decisioni.
Inutile invocare l’emergenza terrorismo per risparmiare poche decine di unità togliendole dai siti dove ci saranno dai 15 ai 20 milioni di presenze turistiche giornaliere in soli 4 mesi (il precedente dell’attentato di Nizza è illuminante) quando stiamo chiudendo le onerose aggregazioni per il Giubileo che peraltro, con le stesse presenze, ma diluite in 12 mesi, hanno impegnato 2500 rinforzi (oltre ai 700 militari). A breve, con la riapertura di tutte le strade saranno recuperate pure le aggregazioni delle pattuglie della Stradale nei luoghi del sisma.
Calzante anche il paragone di Expo dove, a parità di rischi su concentrazioni di turisti e di visibilità, i rinforzi sono stati ben maggiori.
La decurtazione dei team nelle zone sciabili è stata però disposta con una tempistica sbagliata, con presupposti opinabili, su basi ampiamente confutabili e, soprattutto, in onta alle regole concordate solo un anno fa con l’apposito decreto.
In verità, e la questione è stata da noi ribadita più volte, tutto ruota intorno alle bizze della Stradale che invece di porre la discussione su due o tre situazioni critiche, spinge per un ridimensionamento generale di questa mansione: ormai tutto ciò che non è vigilanza autostradale sembra rappresentare un fastidio per il Servizio di Specialità e il personale si vede sempre più ristretto alla sola presenza in autovia.
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