La delegazione pubblica intendeva confrontarsi su qualche limatura al sistema adottato lo scorso hanno per riproporlo pari pari, aggiornando l’elenco con le correzioni degli errori e il vaglio delle situazioni mutate. Il SAP ha subito rigettato questa proposta spiegando che, così come concepito e gestito, lo schema di Decreto altro non si è rivelato che un’occasione per comprimere ulteriormente le già esigue contropartite previste per chi presta servizio in situazioni poco agevoli.
Tanti, troppi, sono gli Uffici che lamentano disparità sostanziali o disfunzioni ingiustificate. È peraltro noto che, per causa dell’Amministrazione, il previsto beneficio da assegnare al personale che presta servizio in queste sedi e che aspira al trasferimento è oggi riconosciuto solo in via teorica, ma di fatto è inesistente. Più in generale la politica di chiusura o di scarsa collaborazione del Dipartimento rispetto alle tante e legittime aspettative del personale rappresentate dal SAP (pagamento puntuale delle indennità di specialità, riconoscimento dell’indennità di comando, fornitura delle divise, equipollenza dei titoli professionali e mille altre …), non rende possibile alcuna forma di concorso a politiche di contenimento.
In sostanza è stata chiesta una rivisitazione, in senso migliorativo, dei criteri per il riconoscimento della qualità di “sede disagiata” oppure il ritorno al vecchio sistema.
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