RIORGANIZZAZIONE PRESIDI DI FRONTIERA

RIORGANIZZAZIONE PRESIDI DI FRONTIERA

In data 13 febbraio 2020 si è tenuto presso la “sala Europa” dell’Ufficio Coordinamento e Pianificazione delle Forze di Polizia, il terzo incontro finalizzato alla rimodulazione della Polizia di...

In data 13 febbraio 2020 si è tenuto presso la “sala Europa” dell’Ufficio Coordinamento e Pianificazione delle Forze di Polizia, il terzo incontro finalizzato alla rimodulazione della Polizia di Frontiera, presieduto dal Prefetto Luigi Savina, alla presenza del Direttore centrale dell’Immigrazione e della Polizia delle Frontiere dott. Massimo Bontempi e del Direttore del Servizio Polizia di Frontiera dott.ssa Irene Tittoni.

In premessa il Prefetto Savina ha subito sottolineato che riguardo all’unificazione degli uffici di frontiera presenti nelle città di Trieste e Napoli, la riorganizzazione riguarderà solo la linea dirigenziale e gli uffici segreteria, e non le competenze e le caserme attualmente in uso.

Riguardo alla riorganizzazione in senso generale, prendiamo favorevolmente atto che in tutti gli uffici di frontiera è prevista una implementazione di personale, significando perciò un potenziamento del servizio.

Tuttavia, non possiamo esimerci dall’evidenziare che per gli uffici dove invece è previsto un accorpamento con altri Reparti, le perplessità sono numerose.

Ribadiamo che ogni chiusura di uffici di polizia è sempre un segnale di arretramento della sicurezza e, pertanto, ne siamo sempre contrari.

Riguardo all’Ufficio di Frontiera di Brescia presso lo scalo aeroportuale di Montichiari (BS), abbiamo evidenziato che sebbene non vi sia un gran numero di passeggeri in transito, il numero di voli è invece elevato, poichè effettuato da privati e necessita comunque di controlli di frontiera. 

La devoluzione delle competenze alla Questura comporterebbe un dispiego di energie in termini di uomini e risorse per recarsi, quasi per tre turni al giorno, presso l’aeroporto distante circa 30 chilometri che risulterebbe certamente antieconomico rispetto al mantenimento dell’ufficio. Stesso principio vale anche per la frontiera aerea di Parma.

Particolarmente grave risulterebbe anche la chiusura dell’ufficio di frontiera di Gioia Tauro inserito, come è noto, in una realtà territoriale in cui la criminalità organizzata è particolarmente forte e presente come dimostrato da recenti specifiche operazioni di polizia con sequestri di armi e droga.

Mentre per l’ufficio di frontiera di  La Spezia, l’importante volume di traffico passeggeri nochè di navi mercantili imporrebbe una rivalutazione della decisione.

Abbiamo rappresentato inoltre, che nell’ufficio di Tarvisio da circa quattro anni, sono aggregate costantemente circa  15/20 unità pertanto, sarebbe auspicabile una stabilizzazione in tal senso dell’organico dell’ufficio in questione e, analogamente, andrebbe previsto un incremento di circa cinque unità impegnate costantemente nel Centro di cooperazione con la Polizia dell’Austria.

Da tenere in debita considerazione anche l’evoluzione della politica interna in Svizzera che ha proposto un referendum per l’abrogazione della libera circolazione delle persone con l’Unione Europea e, pertanto, in tal caso i valichi dovranno essere obbligatoriamente potenziati.

Infine, è stata prevista nelle piante organiche degli uffici di  Zona, anche di personale del ruolo agenti -assistenti e che dove sono presti organici superiori (in termini di ruoli e qualifiche) rispetto alla nuova organizzazione, nessuno sarà trasferito ma il ripianamento avverrà con graduale assorbimento dell’organico.

 

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