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Riordino delle carriere, il SAP sul quotidiano on line “La Discussione”

News 26 Novembre 2015
admin
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All’indomani della riunione svoltasi presso il Dipartimento della P.S.
sul Riordino delle carriere e l’attuazione deleghe della Legge Madia, il quotidiano
“La Discussione” riprende la posizione del SAP, con una interessante intervista al
Segretario Generale.

Riportiamo il testo


La proposta di riordino delle carriere che il governo Renzi ha intenzione
di varare non convince il Sap, sindacato autonomo di polizia. In una lunga nota,
in cui si dà conto dell’esito del tavolo ministeriale convocato nella giornata
ieri – al quale il Sap ha partecipato con una qualificata delegazione –
il segretario Gianni Tonelli spiega che l’incontro “si è concluso con un
nulla di fatto e soprattutto con la netta opposizione del nostro Sindacato
che ha respinto l’indecente progetto”. “Si tratta – prosegue – di un disegno
pessimo, privo di qualsiasi elemento innovativo, che scontenta tutti e che
si poggia su un paradosso inaccettabile: i soldi sul piatto sono solo quelli
previsti per riformare i ruoli non direttivi, ma il cardine della manovra è
la dirigenzializzazione dei funzionari! Per gli altri solo mezze soluzioni o
delusioni piene”.

Segretario Tonelli cosa non vi piace?

Esiste, innanzitutto, un problema di metodo: non possiamo ragionare
sulla grandezza e la forma della casa che vogliamo fare se non sappiamo
quanti soldi abbiamo per costruirla! La discussione fatta ieri è solo aria
fritta…
Con i 119 milioni di euro più 20 o 30 milioni recuperabili dal sanguinoso
taglio delle spese imposto dalla legge Madia, non si va davvero da nessuna
parte. I 350 milioni che il Vice Capo della Polizia Matteo Piantedosi
ha individuato come ulteriore somma necessaria, al momento non ci sono
e nessuno ha spiegato come, dove e quando si possano reperire.
Fatalmente il ministro dell’economia, Padoan, ha spiegato che il miliardo
di euro di cui parla la roboante promessa appena fatta dal premier Renzi
è subordinato al via libera dell’Unione Europea: figuriamoci quanto semplice
potrà essere spremere altri euro! L’unica possibilità che abbiamo
per andare avanti nella Riforma dei ruoli e delle qualifiche è quella
di procedere per fasi utilizzando subito le risorse ora a disposizione
e procedendo col completamento di pari passo con l’ottenimento delle
risorse utili.
Un provvedimento unico, stante la realtà dei fatti, è una baggianata
impossibile da realizzare e chi lo sostiene è in malafede: in verità
gioca a far saltare il progetto che può invece prendere forma solo
progredendo a step, con l’alimentazione progressiva di finanziamenti”.

Quali sono le intenzioni del Sap?

“Noi, per prima cosa, vogliamo che sia inderogabilmente sancito il
requisito del possesso del diploma per l’accesso in Polizia anche per la
qualifica di Agente, in modo da proiettare la fascia di base nei ruoli
di concetto della pubblica amministrazione e di conseguenza riverberare
in tutte le altre qualifiche dei fattivi e sacrosanti benefici.
Solo così si concretizzerà finalmente la figura del poliziotto come
professionista della sicurezza, idea che il Sap insegue da decenni
nell’ottica di quella specificità che invochiamo da sempre.
Non è un caso che tale rappresentazione si stia finalmente affermando
anche nelle dichiarazioni delle sigle confederali al posto della meno
realista e più datata visione di generici ‘lavoratori’.
Alti punti qualificanti devono essere: la creazione di un Ruolo
unico Agenti Assistenti Sovrintendenti aperto alle qualifiche da
Ufficiale di PG per anzianità senza demerito e frequenza corso;
attuazione del Ruolo Direttivo Speciale; valorizzazione degli attuali
Sovrintendenti con passaggio al Ruolo Ispettori a partire da quelli
più anziani; valorizzazione degli attuali Ispettori e
dirigenzializzazione dei funzionari con contestuale contrattualizzazione
della Dirigenza.
Il passaggio dell’approvazione della legge di stabilità diventa quindi
nodale, ancor più dopo le “promesse” di nuove risorse del premier
Renzi e perciò prima di riprendere la discussione si devono attendere
le novità che il Parlamento ci consegnerà nei prossimi giorni.
Solo dopo, fatti i conti delle monete messe sul banco dal Governo,
capiremo di cosa si può ragionare”.

Leggi l’intervista sul sito del quotidiano
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