Una carezza sulla spalla, una manciata di lenticchie, per farci vecchi.
La debolezza del progetto e la totale inconsistenza dello stesso viene messa in luce nel momento in cui si cerca di anticipare da 8 anni a 5 anni il salto dei parametri.
L’onere economico dovuto da questa sfumatura innovativa fa crollare l’intero impianto per mancanza di fondi.
Nel 2006 la Consorteria ha mandato al macero del Senato un progetto di Riordino delle Carriere per 960 milioni di euro rivalutati ad oggi circa 1 miliardo e 200 milioni con varie motivazioni, tra le quali, il fatto che le risorse fossero insufficienti.
Oggi come faremo a ottenere un Riordino decente con un decimo delle risorse ossia 119 milioni annui previsti e 28 milioni ottenuti con la quota del 50% dei tagli mediante gli uffici che dovranno chiudere?
Ai posteri l’ardua sentenza.
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