(Una storia che merita di essere raccontata)
Di Giusy Criscuolo
In un periodo in cui la parola Legalità dovrebbe assumere sempre più valore, il ricordo di chi si è speso per la Patria e per la giustizia resta vivo e indelebile. Un grande merito va dato al Presidente dell’Associazione “Quarto Savona 15”. Una Donna che del coraggio ha fatto la sua arma migliore. Parlo di Tina Montinaro, Presidente dell’Associazione e vedova del Capo Scorta Antonio Montinaro, che perse la vita in quei tragici momenti del 23 maggio 1992.
Così nel “Giardino della Memoria” costruito sul luogo della strage, proprio in quell’appezzamento di terreno dove durante l’esplosione una delle macchine fu catapultata, Tina Montinaro è riuscita da sola, in 30 anni, a farsi affidare quel lembo di terra e con l’aiuto di un architetto lo ha sistemato facendolo diventare un luogo simbolo. Lo prese che era vandalizzato e non curato e lo ha trasformato in un luogo di pace. Proprio lì, difronte al punto di accesso al tunnel dove era stato collocato l’esplosivo, e ieri, nel luogo che ha assistito ad uno degli agguati di Mafia più vili e vergognosi della storia d’Italia, c’è stata una manifestazione che merita di essere raccontata per il significato simbolico e per il messaggio che intende lanciare.
In questo splendido giardino, sono stati piantati numerosi ulivi, simbolo non solo del mediterraneo e del “Getsemani” che si trova al di fuori delle mura di “Gerusalemme antica”, ma è anche rappresentazione di pace, saggezza, fertilità, prosperità. L’emozione sale, quando scopro che ad ogni ulivo è stato dato il nome di ogni vittima di Mafia. Un “Getsemani” dei martiri della legalità. Un simbolo che ha sempre unito coloro che a lui si rifacevano per mandare un messaggio di pacificazione e unione. Dalla raccolta delle olive generate da questi alberi, è stata prodotta una quantità di olio notevole, che è stato donato alle diocesi siciliane.
Una benedizione metaforica per abbracciare un’itera e splendida terra che in seno porta un’eredità scomoda e pesante come quella creata dalla Mafia, ma che fortunatamente è stata ed è contrastata non solo da coloro che prestano giuramento di fedeltà alla Bandiera, ma anche da un popolo coraggioso e guerriero che ha deciso di ribellarsi a quel passato scomodo e oppressivo. In questa occasione, la Segreteria Nazionale SAP, insieme a quella Provinciale di Palermo hanno partecipato alla cerimonia di benedizione fatta dai Vescovi della provincia di Palermo, dell’olio estratto dalle olive degli alberi del “Giardino della Memoria” di Capaci. La cerimonia è stata organizzata dall’Associazione” Quarto Savona 15”.
L’olio consacrato sarà utilizzato dalle diocesi siciliane durante le celebrazioni dei riti pasquali e per l’intera durata dell’anno liturgico durante le funzioni sacramentali.
Giuseppe Coco, Segretario Nazionale del SAP, ospite della Sig.ra Tina Montinaro Presidente dell’Associazione e vedova del Capo Scorta Antonio Montinaro, dopo aver presenziato alla manifestazione ha detto: “Dalla terra bagnata dal sangue dei martiri, arriva un gesto di Resurrezione”, sottolineando come per l’iniziativa, vi sia una maggiore valenza simbolica poiché “A prendersi cura delle piante del Giardino sono i giovani detenuti del carcere minorile “Malaspina “ di Palermo, che rappresenta una straordinaria occasione di reinserimento nella società di questi ragazzi”.
Ma a rendere questo giardino ancora più speciale, una teca che protegge e custodisce gelosamente, l’unico baluardo rimasto a monito e in memoria di quel tragico giorno. Parlo della croma che prese in pieno l’esplosione e che rischiava di essere mandata al macero. Ma solo grazie ad alcuni dei nostri Dirigenti è stata salvata, ed oggi è portata in giro per tutta Italia dalla Sig.ra Tina Montinaro, come simbolo di legalità e giustizia. Una Donna capace di portare, quotidianamente, il peso del ricordo. Si, perché quella macchina è ora condotta in tutta Italia da Tina Montinaro, che si reca nelle scuole di Polizia e negli istituti scolastici di tutta Italia, per raccontare il valore di quegli uomini che hanno perduto la propria vita nella lotta alla Mafia.
Durante una chiacchierata con Rosario Indelicato Presidente del SAP e con Giuseppe Coco Segretario Nazionale, nella sede centrale a Roma, scopro una storia che merita di essere snocciolata. L’enfasi con cui viene narrata emoziona, perché viene dalla voce rotta, di uomini che in primis hanno combattuto proprio in quel periodo e che hanno ancora vivo il ricordo di quei tempi. Giuseppe Coco mi dice: “Questa è la macchina che prese in pieno l’esplosione e che ha rischiato di essere cancellata definitivamente dalla storia d’Italia.”
Portata all’autocentro di Messina (autocentro regionale per la Sicilia), dopo essere stata in sosta a Palermo, fu notata dal Segretario Provinciale del SAP Giorgio Guglielmo, che nel 2002, in occasione dell’organizzazione del Memorial Day a dieci anni dalla strage, chiamò allertato Giuseppe Coco e Rosario Indelicato, dicendo che c’era la necessità che si recassero all’autocentro messinese per vedere cosa stava accadendo nel silenzio e nell’indifferenza di tutti. Così decisero di partire, direzione Messina.
Davanti ai loro occhi, la croma che saltò per aria per prima, portando con sé le vite di quegli uomini, colpevoli solamente di credere nella Giustizia e di essere stati fedeli al giuramento prestato allo Stato. Così per evitare che l’auto fosse definitivamente eliminata, colsero l’occasione del Memorial Day, che in quell’anno unì virtualmente le vittime di Capaci con le vittime delle Torri Gemelle, per salvarla da “morte certa”, utilizzandola come simbolo di legalità.
Un evento che vide ciclisti tedofori che partivano da Ground Zero a New York e ciclisti tedofori che partivano da Capaci, per riunirsi tutti nella cerimonia finale a Venezia.
Così si pensò di portare, lungo il percorso che andava da Capaci a Venezia, per tutte le tappe e le iniziative organizzate dal SAP e che avrebbero attraversato l’Italia, la croma. Difatti fu inoltrata una richiesta per poter utilizzare l’auto, ma la risposta fu negativa, poiché gli fu detto che la macchina andava distrutta al macero. Non contenti della risposta, Indelicato, Coco e Guglielmo decisero di fare una foto all’auto già pronta per il macero e di realizzare una gigantografia, che accompagnò il SAP come previsto, durante tutto il periodo del decennale del Memorial Day.
A quel punto, l’intenzione di distruggerla e mandarla al macero fu messa da parte e le Autorità competenti, decisero di realizzare una teca da tenere nell’autocentro di Messina. Rimasta in loco per alcuni anni, fu rivendicata da Tina Montinaro, che aprì questa associazione chiamata “Quarto Savona 15” che era la sigla radio della croma. Donna coraggio, chiese di prendere in custodia l’auto che oggi è serbata in una teca offerta dai cittadini di Pistoia, che hanno raccolto dei fondi per dare una sempre più degna collocazione ad un simbolo così importante contro la lotta alle Mafie.
La grandezza di questa moglie e Donna, sta nel fatto che l’Associazione oltre a girare l’Italia per sensibilizzare sul tema delle Mafie, ha deciso di dare ai giovani del carcere minorile di Malaspina di Palermo una nuova opportunità, facendogli gestire e curare “Il Giardino della Memoria”. Una luce forte in un periodo così buio!
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