La notizia diffusa dal Dipartimento relativa al guasto tecnico che farà slittare il pagamento del FESI, il c.d. “premio produttività” certifica l’ennesimo assurdo ritardo nella liquidazione dei compensi spettanti ai poliziotti.
Non bastano, infatti le attese infinite – si parla di anni! – per ottenere la dovuta remunerazione delle indennità di specialità, bloccate da un meccanismo assurdo ed inconcepibile che vede il Ministero dell’Economia incassare regolarmente le somme dagli enti convenzionati, ma trattenerle per mesi e mesi e renderle disponibili in pratica quando vuole, senza una ragione plausibile per cotanta attesa. Nonostante i servizi concordati con i gestori di autostrade, ferrovie e poste vengano assicurati sempre puntualmente.
Non basta l’altrettanto lunghissima dilazione per la corresponsione degli straordinari, soldi dovuti per prestazioni rese oltre l’orario prescritto e oltre la previsione delle possibili necessità, quindi per definizione in situazioni di sforzo, impegno e disponibilità eccezionali. Questo significa che gli operatori che coprono la mancanza di personale facendo di fatto dei “doppi turni”, che svolgono i lunghi e pesanti servizi nelle zone calde degli sbarchi, del cantiere Tav, negli stadi di calcio, per esempio, percepiscono il magro indennizzo previsto dopo uno o due anni! Umiliante, soprattutto perché le motivazioni di tale ingiusto trattamento non vengono date, oppure rimandano alla indisponibilità di danaro: per la sicurezza e per i poliziotti i soldi saltano fuori solo alla fine, quando si è pagato tutto il resto, insomma!
Adesso, dopo il taglio del 20% subito lo scorso anno, salta fuori pure un’avaria tecnica che blocca la “produttività”: è mai pensabile che il Cenaps non sia organizzato per affrontare adeguatamente un disguido di tale natura? Non vi è un piano d’emergenza?
I poliziotti, a questo punto, hanno il diritto di sapere se vi è un grave difetto organizzativo e chi ne ha la colpa, oppure se anche il Cenaps patisce la penuria di finanziamenti che colpisce la Polizia di Stato.
Il SAP lo sta dicendo a voce alta da un bel pezzo ed è ora che il Governo prenda atto che le politiche sulla Sicurezza non si fanno con le parole e i proclami, ma ci vogliono risorse e attenzioni concrete.
Caro collega, facciamoci sentire tutti assieme, scrivendo tutto il nostro disappunto sulla pagina Facebook di Agente Lisa!
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