Però anche su questo i tecnici della Ragioneria si sono detti fiduciosi e ritengono di poter liquidare tutto secondo programma. Circa la cifra da riservare per soddisfare le inevitabili contabilità tardive, i sindacati si sono espressi per la soluzione più contenuta, anche per non correre il rischio che l’accantonamento possa essere incamerato dal Governo in quanto risorsa non utilizzata: le fregature del recente passato hanno evidentemente lasciato il segno!
La cifra che giungerà nelle tasche degli operatori sarà quindi la stessa dello scorso anno, ossia qualcosa in più di complessivi 114 milioni (circa), maggiorata di questa una tantum che dal prossimo anno sparirà vista la totale assenza di analoghi riconoscimenti nell’ultima Finanziaria, quella che per darci il sacrosanto sblocco del tetto retributivo ha confiscato tutto ciò che era possibile prenderci!
Restano invariati gli importi relativi alle altre indennità del Fondo, cioè la reperibilità, il cambio turno (anche la forma forfettaria) e l’alta montagna.
Resta immutato purtroppo anche il gap con le altre Forze di Polizia che, come sempre, hanno intascato il premio con abbondante anticipo, senza soffrire le nostre pastoie burocratiche, né i rallentamenti del MEF, partner sempre più scomodo della nostra gestione finanziaria.
Ci sono due novità da segnalare. La prima, negativa, riguarda la necessità di adeguarsi, a partire dal prossimo anno, all’obbligo di ottenere il visto del IGOP (articolazione del Ministero dell’Economia) per il pagamento del Fondo, con possibile ulteriore allungamento dei tempi di erogazione. La seconda invece riguarda l’inserimento nell’accordo di una norma che possa chiarire l’applicazione della produttività nei vari casi di sovrapposizione con la missione all’estero, inibendo ‘strane’ interpretazioni irragionevolmente penalizzanti per il personale.
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