“Ringrazio l’onorevole Gianni Tonelli per la tempestiva interrogazione che ha presentato ieri al Ministro dell’Interno, in ordine alle fughe dall’Hotspot di Pozzallo e alle condizioni di lavoro del personale della Polizia di Stato che opera nella provincia di Ragusa”. Queste le parole del segretario nazionale del Sap, Giuseppe Coco, dopo l’interrogazione parlamentare a risposta scritta al ministro dell’Interno firmata dal deputato leghista Gianni Tonelli, dopo i diversi trasferimenti da altre province all’hotspot di Pozzallo, di numerosi migranti, non fotosegnalati e positivi al covid19.
“Già il 10 aprile 2020 il Sap (Sindacato Autonomo di Polizia), con apposita nota al questore di Ragusa, lamentava l’improvviso e non preavvisato trasferimento nella struttura di altri 50 immigrati circa, tra i quali un giovane positivo al covid19 che, poi, sarebbe risultato essere il “paziente zero” di una serie di successivi contagi; nel corso dell’anno – si legge nell’interrogazione del parlamentare –. Nonostante in Sicilia si sia registrato un aumento esponenziale del numero di sbarchi illegali, l’Hotspot è stato ancora teatro di continui trasferimenti e di numerosi tentativi di fuga, alcuni dei quali andati a buon fine data l’inadeguatezza della struttura e nonostante il quotidiano impegno delle forze dell’ordine a presidio della stessa. Più recentemente – prosegue l’interrogazione – è di questi giorni la notizia che, a più riprese, una ventina di immigrati, sempre positivi al covid19 e provenienti da altre province, sarebbero stati ancora trasferiti all’Hotspot di Pozzallo. Dalla stampa si apprende poi di due recenti tentativi di fuga dal centro ex Azienda Don Pietro di contrada Cifali e ancora dall’Hotspot di Pozzallo: nel primo caso il tutto si è risolto in un mero tentativo mentre, nel secondo caso, pare che ben 7 fuggitivi, di cui 6 positivi al covid19, dopo aver danneggiato parti della struttura, siano riusciti a dileguarsi e sono tuttora ricercati dalle forze dell’ordine; già in passato è stato richiesto più volte l’intervento dell’esercito a Pozzallo a presidio dell’Hotspot e per prevenire eventuali fughe e casi di contagio da parte degli immigrati scappati dal centro di accoglienza. Oltre alla vigilanza ai centri, occorre mettere in campo ulteriori risorse umane per la ricerca dei fuggitivi, con tutti i rischi che questo comporta in caso di positività al covid19 per gli agenti delle forze dell’ordine, a tutela della popolazione residente – si legge ancora nell’interrogazione –. Vista la gravissima situazione che si protrae ormai da mesi a Pozzallo, gli operatori della Polizia di Stato della provincia sono ormai allo stremo ed esposti a enormi rischi sanitari e a questo, ora, si aggiunge il fondato timore di una crescita incontrollata dei contagi anche tra la popolazione, se si dovesse proseguire su questa linea. Quale sia la ragione dei continui trasferimenti di immigrati positivi al Covid-19 all’Hotspot di Pozzallo anziché nelle strutture deputate alla quarantena, se quest’ultimo sia stato convertito in Centro di sorveglianza sanitaria e, in caso positivo, quale autorità sanitaria lo abbia stabilito, il motivo per il quale gli immigrati trasferiti non vengano fotosegnalati prima del loro arrivo a Pozzallo, quanti sono i positivi e quanti in stato di isolamento fiduciario all’Hotspot di Pozzallo e al centro ex Azienda Don Pietro di Ragusa e di questi quanti siano i minori. Infine, quali misure specifiche siano state e si intendano adottare per tutelare gli agenti delle forze dell’ordine da eventuale contagio durante i trasferimenti e nelle operazioni di fotosegnalamento, per prevenire ulteriori fughe dal centro, in particolare di persone risultate positive al covid19, e per il loro immediato rintraccio anche a tutela della salute della popolazione locale”.
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