POSTI DI POLIZIA SGUARNITI: COSI' NEI PRONTO SOCCORSO È ALLARME AGGRESSIONI. NE PARLA UN RAPPRESENTANTE SAP SUI GIORNALI .

POSTI DI POLIZIA SGUARNITI: COSI’ NEI PRONTO SOCCORSO È ALLARME AGGRESSIONI. NE PARLA UN RAPPRESENTANTE SAP SUI GIORNALI .

Considerate ormai alla stregua di zone franche, dove può succedere di tutto e le aggressioni sono all’ordine del giorno. Non si tratta di porzioni di periferie urbane nel degrado:...

Considerate ormai alla stregua di zone franche, dove può succedere di tutto e le aggressioni sono all’ordine del giorno. Non si tratta di porzioni di periferie urbane nel degrado: stiamo parlando dei Pronto Soccorso. Fino a qualche anno fa negli ospedali si poteva contare sulla presenza fissa di un presidio di polizia nell’arco di tutta la giornata, oggi a malapena si riesce a garantire la fascia dalle 8 alle 20 (a Treviso e Rovigo solo di mattina) lasciando così scoperte quelle ore nelle quali si registrano maggiori casi di aggressione. Sull’argomento è intervenuto il collega Fabio Ballestriero, intervistato su alcuni quotidiani. Il problema, come ha ben rimarcato il nostro rappresentante, non è solo quello di garantire una presenza che funga da deterrente e scongiuri atti sconsiderati; si è praticamente nell’impossibilità di ricostruire a posteriori quanto avvenuto, assicurando alla giustizia i responsabili. Non è inusuale così che i medici, insieme allo stetoscopio, si dotino di un fischietto per richiamare l’attenzione in caso di aggressione. Allo stesso modo è in crescita il numero degli operatori sanitari che scelgono di partecipare a corsi di difesa personale. Tutto appare abbastanza tragicomico, se non fosse per la gravità del problema, testimoniato dalla consistenza dei dati nel Veneto e in Friuli Venezia Giulia. La necessità è quella di non sottovalutare il problema e riconsiderare la presenza di operatori di polizia, in modo che i presidi ospedalieri tornino ad essere luoghi dove ci si possa curare e lavorare in sicurezza.

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