(ANSA) – ROMA, 12 OTT – 'E' inaccettabile la decisione del Governo francese di non concedere l'estradizione ad una terrorista condannata, tra l'altro, per l'omicidio di un poliziotto'. Lo afferma Nicola Tanzi, segretario generale del Sap, il Sindacato autonomo di polizia.
'La foglia di fico della clausola umanitaria che giustificherebbe questa decisione – prosegue Tanzi – contrasta con tutti i trattati internazionali e soprattutto offende il nostro Paese, visto che la signora, che soffrirebbe di profonda depressione, poteva tranquillamente essere curata in Italia e godere dei benefici di legge previsti in questi casi'.
'Questa decisione nasconde forse – dice il segretario del Sap – ben altri motivi e soprattutto offende ancora una volta le vittime del terrorismo, a partire dalle donne e dagli uomini delle Forze dell'ordine che a centinaia sono morti in Italia per contrastare il terrorismo e la violenza ideologica. Noi non chiediamo vendetta, ma giustizia. Quella giustizia che oggi e' stata clamorosamente negata. Valuteremo come sindacato di polizia – conclude Tanzi – tutte le iniziative che sara' possibile intraprendere contro questa decisione'.
(ANSA) SV 12-OTT-08 14:55
PETRELLA: SAP, INACCETTABILE NO A SUA ESTRADIZIONE
(AGI) – Roma, 12 ott. – 'E' inaccettabile la decisione del Governo francese di non concedere l'estradizione ad una terrorista condannata, tra l'altro, per l'omicidio di un poliziotto. La foglia di fico della clausola umanitaria che giustificherebbe questa decisione contrasta con tutti trattati internazionali e soprattutto offende il nostro Paese, visto che la signora, che soffrirebbe di profonda depressione, poteva tranquillamente essere curata in Italia e godere dei benefici di legge previsti in questi casi'. E' quanto afferma il segretario generale del Sap, sindacato autonomo di polizia, Nicola Tanzi.
'Questa decisione nasconde forse – dice Tanzi – ben altri motivi e soprattutto offende ancora una volta le vittime del terrorismo, a partire dalle donne e dagli uomini delle Forze dell'Ordine che a centinaia sono morti in Italia per contrastare il terrorismo e la violenza ideologica. Noi non chiediamo vendetta, ma giustizia. Quella giustizia che oggi e' stata clamorosamente negata. Valuteremo come sindacato di polizia tutte le iniziative che sara' possibile intraprendere contro questa decisione'.
(AGI) Red 121500 OTT 08
TERRORISMO: SAP, INACCETTABILE NO A ESTRADIZIONE PETRELLA
OMICIDA POLIZIOTTA POTEVA ESSERE CURATA IN ITALIA
DECISIONE NEGA GIUSTIZIA E OFFENDE VITTIME
Roma, 12 ott. – (Adnkronos) – “E' inaccettabile la decisione del Governo francese di non concedere l'estradizione ad una terrorista condannata, tra l'altro, per l'omicidio di un poliziotto. La foglia di fico della clausola umanitaria che giustificherebbe questa decisione contrasta con tutti trattati internazionali e soprattutto offende il nostro Paese, visto che la signora, che soffrirebbe di profonda depressione, poteva tranquillamente essere curata in Italia e godere dei benefici di legge previsti in questi casi”.
E' quanto afferma il segretario generale del Sap, sindacato autonomo di polizia, Nicola Tanzi.
“Questa decisione nasconde forse – dice Tanzi – ben altri motivi e soprattutto offende ancora una volta le vittime del terrorismo, a partire dalle donne e dagli uomini delle Forze dell'Ordine che a centinaia sono morti in Italia per contrastare il terrorismo e la violenza ideologica. Noi non chiediamo vendetta, ma giustizia. Quella giustizia che oggi e' stata clamorosamente negata. Valuteremo come sindacato di polizia tutte le iniziative che sara' possibile intraprendere contro questa decisione”.
(Sin/Zn/Adnkronos) 12-OTT-08 15:02
Apc-Br/ Sap: inaccettabile il no all'estradizione della Petrella
“Ha ucciso un poliziotto, poteva essere curata in Italia”
Roma, 12 ott. (Apcom) – Delusione del Sap di fronte alla decisione dell'Eliseo di non estradare in Italia l'ex brigatista Marina Petrella: “E' inaccettabile la decisione del Governo francese di non concedere l'estradizione ad una terrorista condannata, tra l'altro, per l'omicidio di un poliziotto”. E' quanto afferma in una nota il segretario generale del Sap, sindacato autonomo di polizia, Nicola Tanzi.
“La foglia di fico della clausola umanitaria che giustificherebbe questa decisione contrasta con tutti trattati internazionali e soprattutto offende il nostro Paese, visto che la signora, che soffrirebbe di profonda depressione, poteva tranquillamente essere curata in Italia e godere dei benefici di legge previsti in questi casi”.
“Questa decisione nasconde forse – dice Tanzi – ben altri motivi e soprattutto offende ancora una volta le vittime del terrorismo, a partire dalle donne e dagli uomini delle forze dell'ordine che a centinaia sono morti in Italia per contrastare il terrorismo e la violenza ideologica. Noi non chiediamo vendetta, ma giustizia. Quella giustizia che oggi è stata clamorosamente negata.
Valuteremo come sindacato di polizia tutte le iniziative che sarà possibile intraprendere contro questa decisione”.
Red/Apa 121510 ott 08
PETRELLA: DALLE BR ROMANE ALLA LATITANZA A PARIGI
(ANSA) – ROMA, 12 OTT – Dal vertice della colonna romana delle Brigate Rosse (ala militarista), alla latitanza in Francia. E ora, dopo la decisione del presidente francese Nicolas Sarkozy di non applicare il decreto sulla sua estradizione per 'ragioni umanitarie', la ex terrorista non sara' piu' estradata in Italia. Al momento infatti la Petrella e' ricoverata presso l'Ospedale parigino di Sainte-Anne in gravi condizioni fisiche e psichiche.
Marina Petrella, 54 anni, e' stata arrestata ad Argenteuil, nella banlieu di Parigi, nell'agosto del 2007, dopo una latitanza durata quasi 20 anni. Era stata fermata ad un controllo stradale e convocata in commissariato, dove si e' presentata con Emanuela, la figlia di 10 anni avuta dal compagno algerino, e dove e' scattato l'arresto. Il 14 dicembre la Corte d'Appello di Versailles ha concesso l'estradizione richiesta dalle autorita' italiane. Il 9 giugno, un mese fa, il Governo francese ha firmato il provvedimento.
In Francia la Petrella, che ha anche un'altra figlia, Elisa, nata in prigione in Italia nel 1983 e avuta dal marito Luigi Novelli (anche lui ex leader brigatista), si era rifatta una vita nuova, lavorando come assistente sociale ad Argenteuil. I suoi amici segnalano che il suo arresto ha fatto cadere la ex brigatista in uno stato di profonda depressione.
La Petrella era nella lista dei dodici ex terroristi per i quali l'ex ministro della giustizia Roberto Castelli aveva chiesto l'estradizione. La richiesta era stata poi ripresentata dal suo successore a Via Arenula, Clemente Mastella.
Per il suo coinvolgimento nel caso Moro la donna era stata condannata a 14 anni in primo grado e poi, in appello, all'ergastolo. Poco prima del termine del processo Moro-ter (nel 1988) era uscita dal carcere per decorrenza dei termini. Quando, nel 1993, la condanna all'ergastolo diventa definitiva, Marina Petrella e' gia' in latitanza in Francia, dove puo' contare sull'appoggio della folta comunita' dell'eversione rossa, accolta a Parigi con la benedizione della 'dottrina Mitterand'.
Una storia la sua legata a doppio filo al marito, Luigi Novelli, ex fabbro, ed al fratello, Stefano Petrella, entrambi brigatisti della prima ora nella colonna capitolina. La Petrella (che era stata segretaria in una scuola sulla Cassia) e Luigi Novelli vennero arrestati per la prima volta il 4 gennaio 1979 e incriminati per partecipazione a banda armata e detenzione di armi nell'ambito dell'inchiesta sul sequestro di Aldo Moro.
Scarcerati per decorrenza dei termini nel maggio 1980, furono mandati al soggiorno obbligato a Montereale, un paesino in provincia dell' Aquila. Ma nell'agosto di quell'anno fuggirono, secondo gli investigatori per partecipare alle riunioni della direzione delle Brigate Rosse che stava decidendo la 'campagna d'autunno' e l''operazione borghese pentito', cioe' il rapimento del magistrato Giovanni d'Urso. Petrella e Novelli furono nuovamente arrestati il 7 dicembre 1982 dopo uno scontro con i carabinieri su un autobus a Roma. I due terroristi erano armati ed avevano tentato di fuggire dall'automezzo prima di essere immobilizzati. La Petrella, con la Balzerani e Gabriella Marini, era considerata una delle principali collaboratrici del leader delle Br romane, Mario Moretti.
Proprio il sequestro D'Urso, l'uccisione del generale dei carabinieri Enrico Galvaligi e del vicequestore Sebastiano Vinci, nonche' il tentato sequestro del vicecapo della Digos, Nicola Simone, sono alcuni dei reati per i quali la brigatista e' stata chiamata a rispondere nel processo Moro ter, che riguardava gli attentati rivendicati a Roma dalle Br tra il 1977 ed il 1982.
(ANSA) RED-TEO 12-OTT-08 12:06
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