20 Settembre 2008
Il SAP e' consapevole che la tutela dei diritti del personale rappresenta una battaglia da portare avanti giorno dopo giorno.
Anche perche' le trappole sono sempre in agguato.
Siamo infatti venuti a conoscenza che presto la Commissione Lavoro della Camera dei Deputati avviera' la discussione della proposta di legge (atto Camera n. 1299) avente ad oggetto:
“Delega al Governo per il completamento della riforma del sistema previdenziale mediante la revisione dei requisiti e del metodo di calcolo dei trattamenti di pensione, il riordino degli enti pubblici previdenziali e lo sviluppo delle forme pensionistiche complementari”.
Una iniziativa avente come primo firmatario Giuliano Cazzola, ex sindacalista della Cgil, ora parlamentare del centro-destra, editorialista del Sole 24 Ore e convinto sostenitore di tesi ultra liberiste.
Con lui – lo scriviamo a futura memoria – hanno cofirmato i parlamentari Lorenzin, Lo Presti, Bergamini, Bernini Bovicelli, Caldoro, Della Vedova, Di Biagio, Foti (Antonino), Mazzuca, Mottola, Pelino, Raisi, Santelli, Stracquadanio, Versace, Vignali e Zamparutti.
La loro proposta e' semplice e devastante al tempo stesso, per tutto il pubblico impiego e quindi anche per noi (almeno finche' non sara' approvata la legge sulla specificita'!).
All'articolo 1 si legge: “Il Governo e' delegato ad adottare, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o piu' decreti legislativi contenenti norme intese a completare il riordino del sistema previdenziale, secondo i seguenti principi e criteri direttivi” e al comma d) dello stesso articolo si propone: “applicazione pro rata, con decorrenza dal primo gennaio 2009, del calcolo contributivo ai lavoratori iscritti all'assicurazione generale obbligatoria, ai regimi esclusivi ed esonerativi, dipendenti e autonomi, anche se in possesso di un'anzianita' assicurativa e contributiva pari o superiore ai diciotto anni al 31 dicembre 1995”.
In sostanza, tutti in pensione col sistema contributivo, senza piu' le garanzie (parziali, ma pur sempre importanti) della legge Dini e soprattutto senza aver mai fatto partire la previdenza complementare.
Praticamente, se non si interviene immediatamente per far bloccare questo disegno di legge, il personale che andra' in pensione dal prossimo primo gennaio (2009) rischia pesanti decurtazioni stipendiali.
Un provvedimento che non passera': faremo le barricate, cari colleghi, e lo faremo proprio in Commissione Lavoro alla Camera, dove siede l'on. Giovanni Paladini, gia' segretario generale aggiunto del SAP. E lotteremo in ogni modo per impedire questo scempio, ringraziando di cuore quei parlamentari del centrodestra che intendono farci questo bel regalo…
Anche perche' le trappole sono sempre in agguato.
Siamo infatti venuti a conoscenza che presto la Commissione Lavoro della Camera dei Deputati avviera' la discussione della proposta di legge (atto Camera n. 1299) avente ad oggetto:
“Delega al Governo per il completamento della riforma del sistema previdenziale mediante la revisione dei requisiti e del metodo di calcolo dei trattamenti di pensione, il riordino degli enti pubblici previdenziali e lo sviluppo delle forme pensionistiche complementari”.
Una iniziativa avente come primo firmatario Giuliano Cazzola, ex sindacalista della Cgil, ora parlamentare del centro-destra, editorialista del Sole 24 Ore e convinto sostenitore di tesi ultra liberiste.
Con lui – lo scriviamo a futura memoria – hanno cofirmato i parlamentari Lorenzin, Lo Presti, Bergamini, Bernini Bovicelli, Caldoro, Della Vedova, Di Biagio, Foti (Antonino), Mazzuca, Mottola, Pelino, Raisi, Santelli, Stracquadanio, Versace, Vignali e Zamparutti.
La loro proposta e' semplice e devastante al tempo stesso, per tutto il pubblico impiego e quindi anche per noi (almeno finche' non sara' approvata la legge sulla specificita'!).
All'articolo 1 si legge: “Il Governo e' delegato ad adottare, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o piu' decreti legislativi contenenti norme intese a completare il riordino del sistema previdenziale, secondo i seguenti principi e criteri direttivi” e al comma d) dello stesso articolo si propone: “applicazione pro rata, con decorrenza dal primo gennaio 2009, del calcolo contributivo ai lavoratori iscritti all'assicurazione generale obbligatoria, ai regimi esclusivi ed esonerativi, dipendenti e autonomi, anche se in possesso di un'anzianita' assicurativa e contributiva pari o superiore ai diciotto anni al 31 dicembre 1995”.
In sostanza, tutti in pensione col sistema contributivo, senza piu' le garanzie (parziali, ma pur sempre importanti) della legge Dini e soprattutto senza aver mai fatto partire la previdenza complementare.
Praticamente, se non si interviene immediatamente per far bloccare questo disegno di legge, il personale che andra' in pensione dal prossimo primo gennaio (2009) rischia pesanti decurtazioni stipendiali.
Un provvedimento che non passera': faremo le barricate, cari colleghi, e lo faremo proprio in Commissione Lavoro alla Camera, dove siede l'on. Giovanni Paladini, gia' segretario generale aggiunto del SAP. E lotteremo in ogni modo per impedire questo scempio, ringraziando di cuore quei parlamentari del centrodestra che intendono farci questo bel regalo…
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