PAOLONI A TGCOM24: BASTA IMPUTARE SISTEMATICAMENTE OPERATORI PER ATTO DOVUTO, SERVONO BODYCAM E TELECAMERE SU AUTO DI SERVIZIO

PAOLONI A TGCOM24: BASTA IMPUTARE SISTEMATICAMENTE OPERATORI PER ATTO DOVUTO, SERVONO BODYCAM E TELECAMERE SU AUTO DI SERVIZIO

È necessario rivedere le procedure e “non imputare per atto dovuto sistematicamente gli operatori”, bisogna fare delle “valutazioni preventive” e prendere in considerazione “eventuali scriminanti, quindi se l’agire rientra nel contesto dell’attività professionale...

È necessario rivedere le procedure e “non imputare per atto dovuto sistematicamente gli operatori”, bisogna fare delle “valutazioni preventive” e prendere in considerazione “eventuali scriminanti, quindi se l’agire rientra nel contesto dell’attività professionale che deve essere svolta”. A dirlo è il Segretario Generale del SAP, Stefano Paoloni, intervistato da TgCom24, in merito al caso di Ramy Elgaml e a quanto avvenuto recentemente a Villa Verucchio.

Paoloni ha ricordato quanto sia fondamentale che “venga fatta subito chiarezza e non restino ombre di dubbio nei confronti degli operatori”, anche per questo “da anni invochiamo l’utilizzo delle bodycam e delle telecamere sulle auto di servizio”, affinché “il nostro agire sia messo sotto una campana di vetro e possa essere immediatamente verificato, non solo dall’Autorità giudiziaria, ma anche dalla collettività e dai Magistrati”.

In risposta alla domanda relativa al silenzio del Sindaco Giuseppe Sala sul tema sicurezza Milano, il Segretario Generale del SAP ha affermato che, più che altro, “mi è sembrato preoccupante lo sproloquio” del delegato alla sicurezza e coesione sociale del comune Franco Gabrielli. Affermazioni “preoccupanti”, quelle sul caso Ramy, proprio perché da parte dell’ex Capo della Polizia: “a volte per capire e comprendere la dinamica di certi eventi bisogna conoscerli e avere affrontato determinate situazione, molto rischiose. Sputare sentenze da dietro una scrivania mi sembra inopportuno”.

“La nostra – ha aggiunto – è una professione difficile, molto complicata e anche rischiosa. Purtroppo oggi tra le preoccupazioni principali vi è proprio quella di essere indagati per fatti di servizio. Questo ci costringe poi a difenderci da soli, a pagarci le spese legali e ad avere una serie di conseguenze anche sul piano professionale, come il blocco della carriera, sino a definizione del procedimento”.

Paoloni ha quindi voluto ribadire che le forze dell’ordine “non hanno colore politico” e “agiscono nell’interesse del Paese. Nonostante questo ogni volta vi è uno schieramento di parte e spesso anche con dei pregiudizi nei nostri riguardi”. Episodi del genere non devono essere strumentalizzati ed è importante mettere “gli operatori delle forze dell’ordine nella condizione di svolgere al meglio la loro funzione. Se ogni volta dobbiamo essere messi in discussione e sottoposti a procedimento penale è chiaro che anche inconsciamente o inconsapevolmente si rischia di avere un allentamento rispetto all’attenzione o all’esposizione di determinato rischio”.

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