OMICIDIO ROTTA DEMENEGO: MERAN ANCORA ASSOLTO. TAMARO “MARTIRI PER 3 VOLTE”

OMICIDIO ROTTA DEMENEGO: MERAN ANCORA ASSOLTO. TAMARO “MARTIRI PER 3 VOLTE”

Il 4 Ottobre 2019, due poliziotti vengono uccisi in un corridoio della Questura di Trieste da un dominicano. Pierluigi Rotta, agente scelto, di 34 anni e Matteo Demenego, agente...

Il 4 Ottobre 2019, due poliziotti vengono uccisi in un corridoio della Questura di Trieste da un dominicano. Pierluigi Rotta, agente scelto, di 34 anni e Matteo Demenego, agente di 30 anni, morirono colpiti dai proiettili delle loro stesse armi. Ad estrarre dalla fondina la pistola, un uomo che i poliziotti avevano portato in Questura. L’uomo che ha operato lo scellerato gesto, togliendo la vita a due servitori dello Stato, secondo una perizia disposta dal giudice, sarebbe stato dichiarato incapace di intendere. Così il pluriomicida è stato giudicato in secondo grado in Corte d’Assise d’Appello come predisposto lo scorso febbraio dal Presidente della Corte d’Assise d’Appello del Capoluogo Giuliano il quale aveva accolto il ricorso presentato dal Procuratore Generale della Corte d’Appello di Trieste contro la sentenza di primo grado del 6 maggio 2022, che aveva assolto Meran poiché ritenuto non imputabile per totale vizio mentale. Il Presidente aveva successivamente calendarizzato la prima udienza in data 7 aprile 2023. A presentarsi in aula questa volta, oltre ai difensori dell’imputato, anche le parti civili, costituite dai parenti delle due vittime, dal Ministero dell’Interno e dall’Associazione Feriti e Vittime della Criminalità e del Dovere. L’udienza poi rimandata ha visto venerdì 28 Aprile 2023, la Corte d’Assise d’Appello di Trieste confermare la sentenza di primo grado assolvendo il dominicano con la medesima motivazione.
Sconfortati i familiari e cittadini che si sono resi parte civile. Lorenzo Tamaro, Segretario Provinciale di Trieste che sin dall’inizio ha seguito il caso ha detto: «Temevamo che dopo la tragedia si potesse arrivare a questo triste epilogo. Ora è il momento di cambiare, perché risultati simili, è evidente, non vengono compresi e condivisi da nessuno. Non c’è voglia di vendetta, lo abbiamo ribadito in ogni sede, ma c’è la necessità di una “Giustizia” vera per la credibilità di tutto il sistema. Non c’è altra soluzione che cambiarla, migliorarla perché lasciarla così com’è non serve a nessuno, né alle vittime, né ai carnefici e tantomeno alla società…» continuando «l’ennesima assoluzione serve a rendere Rotta e Demenego, martiri per la terza volta».

 

 

 

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