«Si debilita l’apparato della sicurezza, si smantella la Polizia Postale, ma quando si tratta di rintracciare un 58enne, reo di aver pubblicato su Facebook un fotomontaggio di Laura Boldrini, seguito da un commento ingiurioso e minaccioso, le alte cariche dello Stato sfoggiano delle vere e proprie “task force” ad personam che sfociano addirittura in perquisizioni domiciliari lampo» commenta così Gianni Tonelli, Segretario Generale del Sindacato Autonomo della Polizia (Sap), la notizia diffusa dall’Adnkronos relativa all’identificazione e perquisizione domiciliare di un uomo di 58 anni che avrebbe insultato e minacciato il presidente della Camera Laura Boldrini, in seguito ai fatti di Macerata.
«E’ giusto reprimere atteggiamenti violenti o ingiuriosi, ma non solo quando si tratta di alte cariche. Queste corsie preferenziali allontanano i cittadini dallo Stato. Si tratta tra l’altro, di un uomo di 58 anni che vive in campagna con la famiglia e che oggi sarà addirittura oggetto di una conferenza stampa come se fosse il peggior criminale. Questo non giustifica il suo gesto, ma mette in risalto un doppiopesismo all’italiana che oramai lascia interdetti, anche perché quando un uomo in divisa viene offeso sui social o viene vilipesa l’istituzione, tutto finisce nel dimenticatoio. E’ una vergogna. Noi siamo servitori dello Stato e non servi delle volontà di palazzo. È assurdo in questo Stato far passare il concetto che il poliziotto può essere messo alla gogna, che un 58enne possa essere denunciato e perquisito per una vignetta come se fosse un terrorista, mentre è politicamente scorretto criticare un immigrato assassino».
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