A seguito delle segnalazioni giunte presso la nostra Segreteria Generale, lo scorso 11 agosto avevamo inviato una nota in riferimento al mancato riconoscimento del rimborso previsto per l’acquisto di abiti civili in relazione ad alcuni capi di abbigliamento. Questo perché riteniamo necessario un intervento da parte dell’Amministrazione per chiarire i presupposti e condizioni applicabili uniformemente su tutto il territorio nazionale che legittimano la fruizione del buono vestiario, al fine di evitare l’adozione di soluzioni lasciate all’interpretazione dei Dirigenti, spesso contrastanti con le scelte adottate presso altri Uffici. Con risposta appena pervenuta, il Dipartimento ha ribadito la possibilità di procedere all’acquisito del vestiario presso qualsiasi esercizio commerciale limitatamente ai capi funzionali al servizio prestato. Nello specifico viene indicato che non è possibile il rimborso di biancheria, accessori e abbigliamento di tipo tecnico, come ad esempio tute da sci, costumi da bagno, pantaloncini da tennis. La preclusione del rimborso di abbigliamento tecnico non interessa però jeans, felpe o calzature, che possono essere comunque soggette a rimborso in quanto considerate confacenti alle attività istituzionali. In allegato la nostra nota e la risposta del Dipartimento.
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