Riferisce percosse dai poliziotti. Telecamere e testimoni smentiscono. Condannato a 3 anni e al risarcimento di 40mila euro.
Fu fermato da quattro agenti della Polizia una sera di novembre 2018, all’interno di un bar ad Aosta, dove dava in escandescenze, dopo una segnalazione al 112. Con se aveva oggetti atti ad offendere. Arrestato e processato il giorno seguente per direttissima, riferì in tribunale e successivamente al pronto soccorso, di essere stato pestato dai poliziotti intervenuti. Fortunatamente le telecamere della Questura e i testimoni nel bar, hanno smentito qualsiasi forma di violenza, attestando al contrario, che lo stesso prendesse a calci e pugni le pareti, procurandosi lividi. L’uomo Mohamed Abibou, un 29enne marocchino è stato condannato per calunnia a 3 anni di reclusione e a risarcire i quattro agenti con 10mila euro ciascuno.
«a seguito delle false accuse nei confronti del collega, è stato aperto un fascicolo di indagine per lesioni, conclusosi con l’archiviazione, perché grazie alle telecamere, le menzogne sono state smentite, tanto da indurre il PM ad accusare il 29enne per calunnia» commenta così Stefano Paoloni, Segretario Generale del Sindacato Autonomo di Polizia (Sap).
«Questo è il motivo per il quale non smetteremo mai di chiedere di essere dotati di videocamere su divise, auto di servizio e celle di sicurezza. Posso assicurare – prosegue – che la tendenza ad accusare i colleghi che intervengono, è assai diffusa. Il delinquente sa che accusare il collega, fa in modo che questi passi da testimone a imputato in procedimento connesso, e che la sua unica preoccupazione sarà difendersi nel suo processo anziché accusare il soggetto fermato. La menzogna – conclude Paoloni – si combatte solo con la verità, e le telecamere ne sono strumento».
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