E tagli incidono su stipendi molto piu’ bassi
(ANSA) – ROMA, 24 APR – “I magistrati, legittimamente, si oppongono al taglio dei loro stipendi perche’, hanno sostenuto in questi giorni, toccare le retribuzioni vuol dire incidere sull’ indipendenza e la professionalita’ del lavoro dei giudici. Una tesi che, se fatta valere per chi, mediamente, guadagna tra i 7.000 e i 14.000 euro al mese, ancor piu’ oggi deve trovare applicazione per i poliziotti”. Lo dichiara Gianni Tonelli, presidente nazionale del sindacato di polizia Sap, ricordando che i poliziotti “hanno retribuzioni decisamente inferiori e nell’ultimo quinquennio, hanno perso in media 200 euro netti al mese, tra mancati scatti e una busta paga ferma al 2009”.
“La Polizia di Stato e le Forze dell’Ordine – dice Tonelli – rappresentano lo Stato e ne sono anzi parte sostanziale e integrante, non meno della magistratura. Proprio attenendoci alla logica e alle argomentazioni sostenute dagli ambienti interni alla magistratura, non rileviamo oggettive differenze, tali da giustificare trattamenti differenti in merito alla tutela della retribuzione, tra l’arresto operato da un poliziotto e la relativa convalida da parte del giudice, tanto per fare un esempio”.
“La retribuzione – aggiunge – non solo dev’essere adeguata alla funzione svolta e garantire un’ esistenza dignitosa, ma deve soprattutto essere commisurata ai rischi e ai sacrifici che i professionisti della sicurezza, che non sono semplici impiegati civili, ogni giorno corrono per difendere quelle Istituzioni che spesso li penalizzano”.
“Un magistrato ordinario con qualche anno di anzianita’ – sostiene il Sap – arriva a guadagnare, indennita’ comprese, quasi 7.000 euro al mese, piu’ di un questore di una grande citta’ e quasi cinque volte in piu’ rispetto a un semplice agente di polizia. Per non parlare dei magistrati di Cassazione che godono di un intoccabile meccanismo di scatti e promozioni che li porta a percepire oltre 14.000 euro al mese”.
“Agli insegnanti il Governo ha voluto riconoscere un legittimo beneficio – conclude – per i magistrati vediamo adesso che cosa succede. Una cosa e’ sicura: le donne e gli uomini delle Forze di Polizia sono altissimi servitori dello Stato e non meritano di essere trattati da servi, umiliati e offesi”. (ANSA)
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