ISOLA CAPORIZZUTO: UN RISCHIOSO SALVATAGGIO IN MARE. COMPLIMENTI RAGAZZI

ISOLA CAPORIZZUTO: UN RISCHIOSO SALVATAGGIO IN MARE. COMPLIMENTI RAGAZZI

Ci racconta uno dei diretti interessati, coinvolto personalmente nel salvataggio, che alle 20.50 circa di ieri sera è arrivata la segnalazione dalla Centrale Operativa dei Carabinieri, i quali avvisavano...

Ci racconta uno dei diretti interessati, coinvolto personalmente nel salvataggio, che alle 20.50 circa di ieri sera è arrivata la segnalazione dalla Centrale Operativa dei Carabinieri, i quali avvisavano che a largo delle acque di Isola Capo Rizzuto c’era un’imbarcazione con delle persone in difficoltà. Segnalazione arrivata grazie ai cittadini che hanno sentito le urla di spavento dei migranti e che a loro volta hanno allertato il 113.

Lontana da Crotone una 15ina di chilometri, la zona è stata prontamente raggiunta dagli agenti che si trovavano nella Sala Operativa in località Fratta. Arrivati sul posto, i colleghi hanno trovato il personale della Guardia Costiera e una sola persona in mare, che aveva cercato di attraccare la corda alla nave, la quale si trovava a circa 30 metri dalla battigia, senza ottenere grandi risultati. Ci viene detto che l’uomo ha provato a legare la fune alla poppa, senza riuscirci, a causa della risacca, del vento e del mare mosso, che faceva oscillare pesantemente la barca. A causa di questa eccessiva oscillazione le persone a bordo rischiavano di cadere.

Stremati dalla lunga traversata, che sembra sia iniziata dalle coste della Turchia, all’incirca tre giorni fa, il veliero si è arenato sulla costa calabra. Il mare in tempesta e le avverse condizioni metereologiche minacciavano l’incolumità dei viaggiatori improvvisatisi nauti e degli operatori che hanno deciso di arrischiare la propria vita per salvare i mal capitati.

L’operatore racconta: “Non c’è stato tempo di pensare, ci siamo subito levati i cinturoni e ci siamo fiondati in mare, nonostante le onde e il vento forte. Il collega della Guardia Costiera è riuscito a fissare una corda, con la quale abbiamo creato un ponte umano per salvare le persone a bordo”. 

Ma a detta del sottufficiale, ogni volta che qualcuno veniva messo in salvo, la barca diventava più leggera e le oscillazioni aumentavano rendendo ancor più difficile il salvataggio. “Il vento era forte e l’acqua arrivava all’altezza del petto, ma la nostra preoccupazione era salvare chi ci stava su. I minori ci preoccupavano di più, li abbiamo presi in braccio perché non sapevano nuotare.”

Sulla barca erano rimaste tre persone invalide, che non riuscivano a camminare. Uno dei colleghi è salito sul veliero e grazie alla collaborazione di tutti sono riusciti a calare, per quel che possibile, lentamente le persone rimaste sull’imbarcazione. “La felicità è arrivata quando ci siamo accorti di aver messo tutti in salvo.”

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