Di Giusy Criscuolo
Oggi si celebra l’amore, scevro da qualsiasi strumentalizzazione di sorta. In un giorno come questo, in cui ad occupare la scena troviamo palloncini a forma di cuore, cioccolatini, cene costose e orsacchiotti, non va dimenticato che i gesti di amore vanno ripetuti quotidianamente e che la violenza sulle donne è in continua escalation.
Non tutti infatti sanno che il 14 febbraio del 1998 in concomitanza del giorno di San Valentino, è stato istituito il V-Day, un movimento globale che si occupa di porre fine alle violenze contro le donne.
Molti calcolano questo giorno come un giorno in cui celebrare un legame, eppure in molti non sanno che è proprio nei giorni festa, come quello di San Valentino, le chiamate alle autorità per violenze domestiche aumentano anno dopo anno.
Il problema si è incrementato subito dopo la pandemia, dove la percentuale delle donne che subisce violenze fisiche o sessuali, perpetrate da un partner, da un marito attuale o ex partner sono aumentate in modo preoccupante.
Numerose Università, come quella di Calgay (Alberta-Canada) hanno pubblicato diverse ricerche sull’aumento delle violenze domestiche sulle donne. Nello specifico, questa Università ha pubblicato uno studio dal nome “THE CONNECTION BETWEEN PROFESSIONAL SPORTING EVENTS, HOLIDAYS AND DOMESTIC VIOLENCE”.
E’ interessante notare come già dal 2017, prima della Pandemia che ha messo in ginocchio l’intero globo, il collegamento tra eventi sportivi, vacanze e giorni di festa, siano stati indicizzati come periodi in cui vi è un aumento della violenza domestica.
La cosa preoccupante è che il giorno di San Valentino, sembra essere proprio il periodo deputato a farla da padrone. Risulta dunque necessario lottare contro un antagonista, che sembra voler occupare sempre più spesso il palco dell’umanità, ma quella sbagliata. Un antagonista che al posto delle rose e di una scatola di cioccolatini, porta con se l’arma della violenza incondizionata e cieca.
Diventa dunque fondamentale ricordare in un giorno come quello di San Valentino, provare a sensibilizzare su un argomento così increscioso e in aumento esponenziale.
Molto è stato fatto, ma ancora molto resta da fare, perché la maggior parte delle violenze, rimane nel silenzio di quelle mura domestiche, dove la parola stop non trova la sua collocazione temporale e umana.
Come già uscito in molte conferenze, anche avvallate dal SAP, molte donne si rifiutano di denunciare, perché si sentono poco tutelate. Ma ad operare, non possono essere solo le Istituzioni, ma anche la società, le famiglie stesse, le scuole e gli enti di sensibilizzazione, che dovrebbero riportare insegnare ed educare i bambini e gli adolescenti a prendere le distanze da queste forme di violenza, insegnando a trattare le donne con rispetto. L’obiettivo sarebbe quello di insegnare ai giovani l’importanza delle relazioni sane.
Proprio come l’autodifesa viene insegnata alle donne, dovremmo continuare a insegnare l’importanza del non consenso alla violenza e quali potrebbero essere le conseguenze dei comportamenti violenti.
Le donne hanno bisogno di supporto emotivo e legale e avrebbero tutto il diritto di essere in grado di sentirsi al sicuro, in un mondo dove non vengano ghettizzate, ma accolte senza paura del futuro che le aspetta, qualora decidessero di denunciare.
Il SAP nel giorno di San Valentino ha così deciso di rendersi parte attiva in un contesto che merita la dovuta attenzione. Non si tratta di ostentare la nostra idea di sensibilizzazione, ma si tratta di riconoscere i diritti di quelle donne che stanno soffrendo, dietro il silenzio di una porta chiusa o tra le mura di una realtà che dovrebbe per narrativa essere il luogo più sicuro e sereno dove poter stare.
A San Valentino, non ricordiamoci solo di chi amiamo, ma teniamo presente che anche in questo giorno, vi sono impatti negativi creati da amori malati. Senza dimenticare che non si parla solo di violenze domestiche. E’ compito di tutti riuscire a creare una narrativa migliore nei confronti di questa crescente e tremenda realtà.
Per la foto di copertina, ringraziamo l’impegno e la dedizione di coloro che hanno voluto creare qualcosa di importante in un giorno così speciale. Emiliano Falcone e Luca Oliani Ass.Capo Coord. presso il Gabinetto Provinciale Polizia Scientifica di Brindisi ideatori e grafici, Ermes Tazzari fotografo, Emanuela Marcuccio modella.
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