Lorenzo Tamaro, il Segretario Provinciale del SAP di Trieste non perde mai il punto per ricordare che, c’è una rotta terrestre (oltre a quella marittima) che deve preoccupare e che da anni sembra essere stata dimenticata, quella Balcanica. A rendere il pericolo ancora più visibile, l’aumento dei clandestini in arrivo dalle città in guerra dell’Ucraina. Si legge che il 12 agosto scorso Frontex ha lanciato l’allarme: nei primi sette mesi dell’anno 155.090 migranti illegali sono entrati nell’Unione Europea. L’86 per cento in più rispetto allo stesso periodo del 2021 secondo l’agenzia UE per il controllo delle frontiere. L’impennata più alta si registra via terra, lungo la rotta balcanica, con 70.700 irregolari. Per Panorama Lorenzo Tamaro racconta a Fausto Biloslavo le difficoltà incontrate dai colleghi alla frontiera: «I riflettori sugli “scandalosi” hotspot di Lampedusa e Taranto silenziano le difficoltà che si registrano sul fronte terrestre del Nord-est, ma il problema esiste» denuncia Tamaro, segretario provinciale del Sindacato autonomo di polizia (Sap). «Trieste è la porta orientale, un vero “porto terrestre” di passaggio, il più grande d’Italia per l’immigrazione clandestina. Ma a tutt’oggi non possiede gli strumenti adeguati per poterlo gestire».
«La cittadinanza protesta e dobbiamo fare i servizi “immagine”, che sono inutili» aggiunge i! sindacalista Tamaro. «Controlliamo i migranti con i vigili urbani, ma anche se sono clan destini hanno già in tasca la richiesta di protezione o asilo e quindi non puoi neppure allontanarli».
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