Serve una riforma prima di tutto culturale, ma sono indispensabili anche maggiori tutele legali, protocolli operativi chiari e norme in materia di sicurezza. È l’appello lanciato dal Segretario Generale del SAP, Stefano Paoloni, nel corso dell’incontro organizzato ieri a Palazzo Chigi con il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, il vicepremier e Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano e i sindacati delle forze di polizia. «Questo incontro – ha affermato – è certamente un grande segnale di attenzione, non solo nei confronti della sicurezza del Paese ma anche di tutte le donne e gli uomini delle forze dell’ordine».
«Credo veramente che la prima riforma, la prima rivoluzione debba essere culturale: sta venendo meno la cultura del rispetto di chi svolge una funzione pubblica, non solo degli operatori delle forze dell’ordine, lo vediamo tutti i giorni, ad esempio nei confronti dei medici, dei professori», ha detto il Segretario Generale del SAP, ricordando che «da tempo lanciamo la richiesta di garanzie funzionali. Non vogliamo avere una dignità differente rispetto agli altri cittadini, ma servono delle norme che ci consentano di svolgere il nostro servizio in favore della collettività» anche perché «abbiamo il diritto di tornare a casa sani dalle nostre famiglie». Servono, quindi, «norme che vadano nella direzione di garantire maggiori tutele agli operatori di polizia», ha proseguito Paoloni, ribadendo «il dovere di garantire a tutti il diritto di manifestare ma anche di convivenza civile».
Tra le proposte presentate nel corso dell’intervento non sono mancate «le body-cam sulle divise e le telecamere su tutte le auto di servizio e in tutti gli uffici dove operiamo con persone sottoposte a misure di polizia. Inoltre, serve ancora maggiore formazione, è vero che sono stati fatti percorsi importanti, ma credo che la formazione non sia mai sufficiente. La grande spada di Damocle che abbiamo sulla testa è la tutela legale, possiamo proporre che venga assolta dallo Stato con diritto di rivalsa». Inoltre, «auspichiamo veramente l’apertura del contratto di lavoro il prima possibile e su questo ci appelliamo a far sì che la certificazione per la parte militare possa concludersi a breve». Paoloni ha quindi portato all’attenzione altri due temi di rilevanza cruciale: gli straordinari non pagati e l’attivazione della previdenza dedicata alternativa a quella complementare.
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