Tav: Pagano, identificazione agenti polizia metodo mafioso
(ANSA) – ROMA – “La proposta di legge presentata al
Senato dal M5S allo scopo di introdurre l’obbligo del codice
identificativo per gli agenti di polizia e’ un’iniziativa dal
contenuto eversivo che non puo’ che essere censurata”. Ad
affermarlo il deputato di Nuovo Centrodestra Alessandro Pagano.
“Al riguardo, – prosegue – siamo assolutamente d’accordo con
il Sap che oggi ha lanciato l’allarme, nonche’ con tutte le sigle
sindacali delle forze dell’ordine. Chi ha intrapreso tale
iniziativa legislativa mira, infatti, a rendere identificabili
gli agenti di polizia in modo che, una volta individuati i
luoghi di residenza degli stessi e del proprio nucleo familiare,
possano essere oggetto di intimidazioni e rappresaglie, le quali
potrebbero ben essere dirette anche nei confronti dei propri
familiari”.
“Questi ‘terroristi’ – aggiunge – stanno adoperando gli
stessi metodi della mafia. Come puo’ pensarsi che le forze
dell’ordine possano adempiere ai propri compiti sotto la
costante e concreta minaccia di ritorsioni? E’ chiaro che questa
proposta di legge mira a ‘distruggere’ il sistema sicurezza nel
suo complesso ed e’ per tale ragione – conclude – che occorrera’
contrastarla con fermezza”.
Ansa Nazionale, 25 febbraio 2014
(ANSA) – ROMA – “La proposta di legge presentata al
Senato dal M5S allo scopo di introdurre l’obbligo del codice
identificativo per gli agenti di polizia e’ un’iniziativa dal
contenuto eversivo che non puo’ che essere censurata”. Ad
affermarlo il deputato di Nuovo Centrodestra Alessandro Pagano.
“Al riguardo, – prosegue – siamo assolutamente d’accordo con
il Sap che oggi ha lanciato l’allarme, nonche’ con tutte le sigle
sindacali delle forze dell’ordine. Chi ha intrapreso tale
iniziativa legislativa mira, infatti, a rendere identificabili
gli agenti di polizia in modo che, una volta individuati i
luoghi di residenza degli stessi e del proprio nucleo familiare,
possano essere oggetto di intimidazioni e rappresaglie, le quali
potrebbero ben essere dirette anche nei confronti dei propri
familiari”.
“Questi ‘terroristi’ – aggiunge – stanno adoperando gli
stessi metodi della mafia. Come puo’ pensarsi che le forze
dell’ordine possano adempiere ai propri compiti sotto la
costante e concreta minaccia di ritorsioni? E’ chiaro che questa
proposta di legge mira a ‘distruggere’ il sistema sicurezza nel
suo complesso ed e’ per tale ragione – conclude – che occorrera’
contrastarla con fermezza”.
Ansa Nazionale, 25 febbraio 2014
