«I giudici hanno riconosciuto che non vi è stato eccesso di legittima difesa, assolvendo il collega finito a processo per la morte di Jefferson Tomala che, armato di coltello ha attentato alla vita di un altro collega durante un intervento. Era una situazione di imminente pericolo e i giudici hanno riconosciuto che il collega non avrebbe potuto fare altrimenti. Esistono giustizia e verità anche per i poliziotti».
Commenta così Stefano Paoloni, Segretario Generale del Sindacato Autonomo di Polizia (Sap), l’assoluzione del poliziotto finito alla sbarra per la morte di Jefferson Tomala, avvenuta a Genova, durante un TSO.
«Dopo un anno e mezzo di processi, spese legali che il collega ha dovuto affrontare di tasca propria ed eventuali ripercussioni a livello lavorativo, si è giunti finalmente alla verità. Per questo motivo – prosegue Paoloni – abbiamo sempre chiesto maggiori tutele per i colleghi coinvolti in fatti di servizio. Nella nostra proposta di idonee garanzie funzionali, vi è infatti la richiesta di una modifica al codice di procedura penale che attribuisca al Procuratore Generale della Repubblica, nel distretto di Corte d’Appello, la competenza a svolgere una previa valutazione di garanzia dei fatti aventi origine e causa nel servizio di Polizia, con l’introduzione di una particolare forma di archiviazione, richiesta con atto motivato, qualora le condotte degli operatori delle Forze dell’Ordine possano attagliarsi a una qualunque causa di giustificazione. Questo – conclude – sia per evitare conseguenze dannose e pregiudizievoli a livello lavorativo, sia per rispondere a un legittimo quesito del cittadino, ovvero conoscere nel più breve tempo possibile, se quel servitore dello Stato finito sotto inchiesta sia fedele o meno».
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