(ANSA) – ROMA, 15 GEN – La riforma della giustizia dovra' prevedere 'provvedimenti di tutela per il personale delle forze di polizia che si trova coinvolto in procedimenti penali per fatti avvenuti nell'adempimento del proprio dovere'.
E' quanto chiede in una lettera inviata al ministro della Giustizia Angelino Alfano la Consulta sicurezza, l'organismo costituito dal Sap (il sindacato autonomo di polizia) dal Sappe (il sindacato autonomo di polizia penitenziaria) e dal Sapaf (il sindacato autonomo del corpo forestale).
I sindacati hanno anche sollecitato l'intervento dei presidenti di Camera e Senato, chiedendo inoltre ai presidenti e ai componenti delle commissioni Giustizia di entrambi i rami del Parlamento di essere ascoltati.
'L'iscrizione dell'operatore di polizia nel registro degli indagati – dice il segretario generale del Sap, Nicola Tanzi – porta con se' una serie di conseguenze che vanno dal blocco automatico della progressione di carriera, con evidenti ripercussioni economiche, sino all'avvio del procedimento disciplinare da parte dell'amministrazione di appartenenza'.
Serve dunque una 'modifica al codice di procedura penale che attribuisca al Procuratore generale della Repubblica, la competenza a svolgere una previa valutazione di garanzia dei fatti aventi origine e causa nel servizio di polizia, con l'introduzione di una particolare forma di archiviazione, richiesta con atto motivato, qualora le condotte degli operatori possano riguardare, ad esempio la legittima difesa, l'uso legittimo delle armi e l'adempimento di un dovere'. (ANSA)
GUI 15-GEN-09 12:38
GIUSTIZIA: SAP, IN RIFORMA MAGGIORI TUTELE PER POLIZIOTTI
CON SAPPE E SAPAF SINDACATO SCRIVE AD ALFANO
Roma, 15 gen. (Adnkronos) – ' Nell'ambito della prossima riforma della giustizia, occorre valutare l'adozione di alcuni provvedimenti di tutela per il personale delle forze di polizia che si trova coinvolto in procedimenti penali per fatti avvenuti nell'adempimento del proprio dovere'. E' la richiesta che la Consulta Sicurezza, costituita da Sap, sindacato autonomo di polizia, Sappe, sindacato autonomo polizia penitenziaria e Sapaf sindacato autonomo corpo forestale hanno rivolto in una lettera al ministro della giustizia, Angelino Alfano.
I tre sindacati hanno anche sollecitato l'intervento dei presidenti di Camera e Senato, chiedendo inoltre ai presidenti e ai componenti delle commissioni giustizia di entrambi i rami del Parlamento di essere auditi.
“L'iscrizione dell'operatore di polizia nel registro degli indagati – dice il segretario generale del Sap, Nicola Tanzi – porta con se' una serie di conseguenze che vanno dal blocco automatico della progressione di carriera nelle more del giudizio, con evidenti ripercussioni economiche, sino all'avvio de plano del procedimento disciplinare da parte dell'amministrazione di appartenenza”.
“Per questo, chiediamo una modifica al codice di procedura penale che attribuisca al procuratore generale della repubblica, nel distretto di corte di appello, la competenza a svolgere una previa valutazione di garanzia dei fatti aventi origine e causa nel servizio di polizia, con l'introduzione di una particolare forma di archiviazione, richiesta con atto motivato, qualora -conclude Tanzi- le condotte degli operatori possano attagliarsi a una qualunque causa di giustificazione come, ad esempio, la legittima difesa, l'uso legittimo delle armi e l'adempimento di un dovere'.
(Sin/Gs/Adnkronos) 15-GEN-09 13:06
Occorrono delle forme di tutela reali e concrete per gli operatori di Polizia che si trovano coinvolti in procedimenti penali per fatti avvenuti nell'adempimento del proprio dovere. La battaglia per le “garanzie funzionali” costituisce una delle storiche rivendicazioni del SAP e della Consulta Sicurezza, uno dei principali obiettivi, come piu' volte dichiarato, per il 2009. Dopo essere intervenuti con il Capo della Polizia in merito ad un caso concreto (si veda il Flash n. 52 del 29 dicembre scorso), abbiamo scritto una lettera al Ministro della Giustizia, Angelino Alfano (disponibile attraverso il link sottostante), per sollecitare un intervento normativo anche in previsione della riforma del codice di procedura penale. Abbiamo inoltre scritto ai Presidenti di Camera e Senato, oltre ai Presidenti e ai componenti delle Commissioni Giustizia di entrambi i rami del Parlamento, chiedendo di essere auditi. La battaglia continua!
La lettera della Consulta Sicurezza
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