Dopo essere fuggito all’alt della polizia a Nettuno (RM), un 49enne bulgaro che guidava un motorino rubato, con a bordo suo figlio adolescente, è andato a sbattere contro un’auto. I fatti risalgono allo scorso 14 marzo, per l’uomo non c’è stato nulla da fare, il figlio è sopravvissuto, mentre il poliziotto del commissariato Anzio-Nettuno che ha cercato di fermarlo adesso è indagato per atto dovuto. «Nel rispetto degli accertamenti e delle verifiche che, giustamente, per trasparenza devono essere fatti – ha affermato il Segretario Generale del SAP, Stefano Paoloni – riteniamo inconcepibile che il collega, mentre stava compiendo il proprio dovere inseguendo una persona fuggita a bordo di uno scooter rubato, oggi si trovi indagato per omicidio stradale aggravato e lesioni aggravate. Se, da una parte, questo gli consente di accedere alle garanzie previste nel procedimento penale, dall’altra, è inaccettabile che il collega per accedere a tali garanzie lo debba fare personalmente e di tasca propria. Innanzitutto, serve una norma che preveda che le spese legali per fatti relativi al servizio siano a carico dello Stato, con diritto di rivalsa in caso di responsabilità del singolo. Allo stesso tempo, è fondamentale la partecipazione dell’avvocatura al fine di far valere le eventuali scriminanti come, ad esempio, l’adempimento di un dovere. Dopo la fuga – ha concluso – il poliziotto si è trovato davanti a una scelta: inseguirlo oppure commettere un’omissione, ha scelto di fare il proprio dovere, purtroppo l’uomo a bordo dello scooter ha perso la vita andando a sbattere contro un’altra auto in strada. Auspichiamo che il procedimento a carico del collega, dopo le necessarie verifiche, possa chiudersi celermente»
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