Estensione TEA, modulo istanza

Estensione TEA, modulo istanza

Anche i poliziotti delle Squadre Mobili, dello Sco e delle altre Squadre di p.g. delle Specialità, hanno diritto alla TEA – Trattamento economico accessorio. A parità di funzioni dovrebbe...
Anche i poliziotti delle Squadre Mobili, dello Sco e delle altre Squadre di p.g. delle Specialità, hanno diritto alla TEA – Trattamento economico accessorio. A parità di funzioni dovrebbe essere corrisposto lo stesso trattamento. Ma non è così. Per tutto questo dobbiano iniziare una battaglia che possa portare ad un risultato utile, come quella – anche allora utopistica – dei parametri e dello sganciamento dal pubblico impiego del nostro Sindacato. Con questa iniziativa e con la presentazione di alcuni progetti di legge, il SAP vuole colmare una gravissima lacuna. L’occasione, evidentemente, è stata fornita dall’arresto dei boss di cosa nostra di ieri.
Il SAP esprime il proprio plauso al personale della Squadra Mobile di Palermo per l’arresto dei boss della mafia Salvatore e Sandro Lo Piccolo. Un’operazione brillante, frutto di un intenso lavoro e di grande professionalità. Dopo gli arresti di Brusca, Riina e Provenzano, le Forze dell’Ordine hanno conseguito un altro eccezionale risultato nel contrasto alla criminalità organizzata, nonostante la cronica carenza di mezzi, strutture e organici. Un impegno che contraddistingue ogni giorno tutte le donne e gli uomini della Polizia di Stato. Per tutto questo, il SAP ritiene doveroso estendere il trattamento economico accessorio (Tea) a tutti gli operatori dei servizi di polizia giudiziaria (Sco, Criminalpol, Squadre Mobili, Digos, Squadre di P.G. presso Uffici e Specialità). La Tea attualmente viene percepita dal personale della Dia e dei Servizi, organi fondamentali nel contrasto alla criminalità organizzata. Tutti gli interessati possono compilare l’istanza diretta al riconoscimento del Tea e presentarla agli Uffici di appartenenza. A seguito del rigetto dell’istanza da parte dell’Amministrazione, il SAP predisporrà il relativo ricorso amministrativo. Ciò al fine di chiedere al giudice competente di dichiarare l’illegittimità costituzionale della normativa che esclude il nostro personale. Parallelamente, sarà seguito il canale legislativo. Tutto questo, come si ricava dalle agenzie di stampa, è stato segnalato e denunciato dal SAP ai parlamentari della Commissione Affari Costituzionali nel corso dell’audizione svoltasi ieri alla Camera dei deputati.

L’ istanza  (di cui è
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questo link)

 

AL MINISTERO DELL’INTERNO

DIPARTIMENTO DELLA P.S.

DIREZIONE CENTRALE PER LE RISORSE UMANE
SERVIZIO T.E.P. E SPESE VARIE
DIVISIONE II
(per via gerarchica)


                                   

OGGETTO: Servizi di polizia giudiziaria – Trattamento Economico
Accessorio
                
(TEA) – RICHIESTA ESTENSIONE
 
 
Il sottoscritto_______________, avente la qualifica
di___________________,
della Polizia di Stato, in servizio presso
_______________________________________________________________
 
PREMESSO CHE
 
  • con il decreto-legge 6 settembre 1982, n. 629, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 ottobre 1982, n. 726,
    era stato istituito, nell’ambito delle misure urgenti per il coordinamento alla lotta contro la delinquenza mafiosa,
    l’Alto commissario per il coordinamento della lotta contro la delinquenza mafiosa al quale il Ministro dell’interno delegava i
    poteri di coordinamento tra gli organi amministrativi e di polizia,
    sul piano locale e sul piano nazionale
  • con successiva legge 15 novembre 1988, n. 486, al personale comunque posto alle dipendenze dell’Alto
    commissario fu attribuito un trattamento economico accessorio (TEA), la cui determinazione fu rimessa al
    Ministro dell’interno, di concerto con il Ministro del tesoro, fermo restando che tale trattamento non potesse
    in ogni caso superare la misura massima degli emolumenti accessori erogati al personale di corrispondente
    grado e qualifica, appartenente ai servizi per l’informazione e la sicurezza;
  • il d.l. 29.10.1991, n. 345, convertito nella legge 30.12.1991, n. 410, recante disposizioni urgenti per
    il coordinamento delle attività formative e investigative nella lotta conto la criminalità organizzata,
    ha soppresso l’Alto commissario per il coordinamento della lotta contro la delinquenza mafiosa ed istituito la DIA;
  • alla neo nata direzione investigativa fu specificatamente attribuito “il compito di assicurare lo svolgimento,
    in forma coordinata, delle attività di investigazione preventiva attinenti alla criminalità organizzata, nonché
    di effettuare indagini di polizia giudiziaria relative esclusivamente a delitti di associazione di tipo mafioso
    o comunque ricollegabili all’associazione medesima
    ”;
  • per effetto dell’istituzione della DIA ad essa fu assegnato personale proveniente dai ruoli della Polizia di Stato,
    dall’Arma dei carabinieri e dal Corpo della guardia di finanza e al personale ivi assegnato fu attribuito il TEA
    del quale, ai sensi della legge 15 novembre 1988, n. 486, aveva beneficiato il personale assegnato all’Alto
    commissario;
  • attualmente il TEA viene attribuito al personale della D.I.A. e dei Servizi d’Informazione;
  • si può ritenere che il godimento del TEA sia da ricollegarsi allo svolgimento di mansioni o funzioni di
    polizia giudiziaria, poiché la ratio legis che presiede alla concessione del beneficio è rinvenibile nell’esigenza
    di rafforzare ed incentivare gli operatori che si rendono protagonisti in prima linea della lotta alla criminalità
    organizzata;
  • la Corte costituzionale ha affermato il diritto all’equiparazione, ai soli fini retributivi, di soggetti
    che di fatto svolgono le medesime funzioni (sentenza n. 277/91);
  • la Costituzione, all’art. 36, sancisce il diritto ad una retribuzione giusta e proporzionata alla quantità e qualità del lavoro;
  • i servizi di polizia giudiziaria svolgono attività di p.g. in via esclusiva e continuativa analogamente alla D.I.A. ed ai Servizi –
    a cui attualmente viene corrisposto il TEA – in quanto pienamente riconducibili alla prevenzione e repressione della criminalità
    organizzata;
  • sono note, difatti, le brillanti operazione investigative antimafia poste in essere dal personale dei servizi di p.g.,
    quali la cattura di pericolosi latitanti come Riina, Brusca, Provenzano e, da ultimo, Totò e Sandro Lo Piccolo;
  • v si tratta di attività investigative di alto livello professionale, nonché di elevato rischio personale,
    dirette alla repressione e prevenzione di fenomeni di criminalità organizzata, ai cui protagonisti non può ulteriormente
    negarsi il diritto alla corresponsione del TEA, giusta causa la presenza dei requisiti di legge;
CHIEDE
La corresponsione del trattamento economico accessorio (TEA)
ex lege 15 novembre 1988, n. 486 per le prestazioni di
lavoro effettuate, oltre a interessi e rivalutazioni, come per legge.

Chiede, inoltre, di conoscere il nome del responsabile del procedimento ex art. 4 L. 241/90.

Intima a codesta Amministrazione la conclusione del procedimento medesimo con l’emanazione di un provvedimento
esplicito, significando che con il presente atto si ritengono interrotti i termini di prescrizione e di decadenza del
diritto.
Salvis juribus
______________, lì ______________
 
 

__________________________

 
 

L’intervento del SAP  (di cui è
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questo link)

 
AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
On.le Prof. Romano Prodi
Palazzo Chigi
R O M A
AL MINISTRO DELL’INTERNO
On.le Prof. Giuliano Amato
Piazza del Viminale, 1
R O M A
AL SIGNOR CAPO DELLA POLIZIA
DIRETTORE GENERALE DELLA P.S.
Prefetto dott. Antonio Manganelli
R O M A
Oggetto: Servizi di polizia giudiziaria – Trattamento Economico
Accessorio (TEA) – DISPARITA’ DI TRATTAMENTO.
Com’è noto, dopo gli arresti di Brusca e Provenzano, la Polizia di Stato ha
messo a segno un altro brillante colpo assicurando alla giustizia i boss mafiosi
Totò e Sandro Lo Piccolo.
 
Ancora una volta, è in luce la grande capacità operativa e di
indagine
delle donne e degli uomini della Polizia che riescono a conseguire
brillanti
risultati nonostante la cronica scarsità di mezzi, strutture ed
organico.
 
Si tratta, difatti, di operazioni compiute dai servizi di
polizia giudiziaria il
cui esito positivo si deve esclusivamente all’abnegazione e alla
dedizione degli
operatori che vi appartengono.
 
Ciò premesso, il SAP – la più grande organizzazione autonoma del
Comparto Sicurezza – non può esimersi dal richiedere a gran voce – ancora
una volta – l’estensione del TEA (Trattamento Economico Aggiuntivo) anche a
questo personale.
 
Nello specifico, il d.l. 29.10.1991, n. 345, convertito nella
legge
30.12.1991, n. 410, recante disposizioni urgenti per il
coordinamento delle
attività informative e investigative nella lotta contro la
criminalità organizzata,
ha previsto la corresponsione di tale compenso al personale
assegnato alla DIA
(Direzione Investigativa Antimafia), istituita con lo stesso
decreto.
 
La ratio legis è rinvenibile nell’esigenza di rafforzare
ed incentivare gli
operatori che si rendono protagonisti in prima linea della lotta
alla criminalità
organizzata.
 
Tale tesi sottende, evidentemente, ad un implicito
riconoscimento
dell’unione d’intenti non solo della DIA e dei Servizi – a cui
attualmente viene
corrisposta l’indennità in argomento – ma a tutti i servizi di
polizia giudiziaria, i
quali, alla pari dei primi Uffici, svolgono attività di p.g. in via
esclusiva e
continuativa, pienamente riconducibile alla prevenzione e
repressione della
criminalità organizzata.
 
E’ evidente ed improcrastinabile, pertanto, la necessità di
perequare economicamente il personale dei servizi di p.g. mediante
il
riconoscimento del trattamento economico accessorio (TEA).
 
Tale richiesta affonda le sue radici nel diritto ad una
retribuzione
giusta e proporzionata al lavoro ex art. 36 Cost., che non può
essere
ulteriormente sottaciuto.
 
Si conclude, pertanto, con la richiesta di avviare
un’iniziativa
legislativa volta al riconoscimento del TEA per tutto il personale
della
Polizia di Stato appartenente ai servizi di p.g.
 
A parere del SAP, solo in tal modo si preserva un’uguaglianza di
trattamento, corollario naturale di un’identità di funzioni, che
costituisce,
incontrovertibilmente, uno dei fondamentali principi
costituzionalmente sanciti
sui quali poggia l’ordinamento giuridico del nostro Paese.
 
Si resta in attesa delle determinazioni assunte in merito.
 
Distinti saluti.
 
Il Segretario Generale    
– dr. Filippo Saltamartini –
 
 

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