Prosegue in modo proficuo il confronto, ancora sul piano tecnico, con la delegazione pubblica per raggiungere l’accordo relativo al rinnovo contrattuale del triennio 2019/2021 riguardante i circa 450.000 addetti al Comparto Sicurezza e Difesa.
I lavori, incentrati in questa fase principalmente sulla parte normativa, atteso che la stessa è ferma da circa dieci anni per effetto del blocco contrattuale che si è registrato negli anni precedenti pur rappresentando gli istituti che garantiscono maggiore operatività ed efficienza, il mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica oltre che una maggiore presenza sulterritorio degli operatori, stanno procedendo in modo costruttivo nonostante le difficoltà dettate dalla diversità degli status delleamministrazioni che compongono il Comparto e la delicatezza degli argomenti trattati.
Ciò nonostante, proprio al fine di evadere le nostre richieste e rendere il più possibile proficuo il lavoro che si sta svolgendo, la parte pubblica ha presentato anche la prima proiezione sul piano economico, secondo una ipotesi di ripartizione che deve comunque essere condivisa e concordata dal tavolo, ricordando che l’ammontare delle risorse appostate comporterà un aumento medio lordo dipendente per gli appartenenti alla Polizia di Stato pari a circa 134 euro per 13 mensilità.
Lo affermano in una nota i Segretari Generali del SIULP, del SAP e del SIAP al termine della riunione di ieri a Palazzo Vidoni sul rinnovo del contratto del personale del Comparto Sicurezza e Difesa.
Stiamo affrontando, sottolineano i Segretari, alcuni istituti normativi vitali per il buon funzionamento delle amministrazioni del comparto che servono a rendere più efficaci i servizi resi ai cittadini e ad elevare i livelli di sicurezza nel nostro Paese, anche nella percezione che i cittadini ne possono avere e che, su questo tema, conta, se non di più, almeno tanto quanto quella realmente garantita. E questo confronto lo stiamo facendo, come sottolineato da tutti gli esponenti politici e inprimis dal premier Draghi, con la consapevolezza che la sicurezza sarà il volano attraverso il quale dare piena sicura attuazione alpiano di rilancio del Paese così come previsto dal PNRR.
Ma l’esito del confronto, precisano i leaders sindacali, resta comunque condizionato dall’effettiva risposta chel’esecutivo darà in merito al “Pacchetto Specificità”. Un insieme di interventi all’interno dei quali, oltre alle risorse necessarie persanare alcune sperequazioni sul piano previdenziale tra personale a status civile e quello militare, che oggi violano la norma sulla specificità e che hanno già avuto anche giurisprudenza favorevole nel senso da noi auspicato, contiene anche gli istituti in materia di tutela legale e della salute, indispensabili a garantire la serenità e l’integrità del personale che oggi, come dimostrano le statistiche, subisce un’aggressione ogni tre ore dovendo poi affrontare con mezzi propri le relative spese mediche e legali,nonché la risoluzione dell’annosa questione della previdenza complementare attraverso la predisposizione di una “previdenza dedicata” in risposta alla specificità imposta dal nostro comparto e ai tanti limiti che il personale deve subire in ragione della mission istituzionale che deve garantire.
Ecco perché, concludono i sindacalisti, pur confermando che per ora il confronto rimane proficuo, il giudizio finale sulla possibilità o meno di raggiungere un accordo per il nostro comparto rimane subordinato alle effettive risposte del governoche sono state anticipate con precisi impegni assunti dai Ministri interessati.
Letta 6.028 volte