31 Dicembre 2015
Con grande stupore, a distanza di settimane dal fatto, ho rilevato che domenica 27 dicembre e giovedì 31 dicembre 2015 il quotidiano il Messaggero ha pubblicato due volte, cosa molto inconsueta e sospetta, la medesima lettera del signor Erminio Ravagnani di Roma con la quale si criticava con fermezza un sindacalista della Polizia che in una trasmissione televisiva segnalava la inidoneità degli equipaggiamenti, delle armi e della formazione dei propri colleghi ai fine di opporre una efficace risposta ad una azione terroristica quali quelle di Parigi.
Tengo anche a segnalare che il signor Erminio, ammesso che il vergatore della lettera abbia tale nome, ha messo in discussione la competenza del sindacalista della Polizia a dissertare su queste materie.
Per certo il sindacalista in questione sono io, Gianni Tonelli, per la semplice ragione che negli ultimi mesi sono stato l’unico sindacalista della Polizia che ha avuto il coraggio di andare in televisione a dire le cose a cui faceva riferimento il signor Erminio.
Premesso tanto devo rilevare che sono stato costretto alla mia denuncia perché gli equipaggiamenti dei poliziotti da individuarsi nelle armi, nei giubbetti anti proiettile ecc. e la formazione incidono direttamente sulla sicurezza degli operatori e soprattutto sulla efficacia del servizio che si presta alla comunità dei cittadini. Se un poliziotto è adeguatamente equipaggiato e formato ad affrontare un “tagliagole” può fermarlo ed evitare che quest’ultimo possa fare carne ma macello di vittime inermi come è avvenuto a Parigi.
La tutela della sicurezza sul posto di lavoro, signor Erminio, è una competenza naturalmente intrinseca alla funzione sindacale e se questo vale per gli operai della Thyssen Krupp o della Eternit non vedo perché i poliziotti debbano essere considerati figli di un dio minore.
Caro signor Erminio, auguro a lei e ai suoi cari di non trovarsi nelle infauste situazioni a cui stiamo facendo riferimento perché, col senno di poi, sarà costretto a rivalutare la mia azione comprendendo le finalità positive e la idoneità della mia denuncia.
“Necessitas non habet legem”, signor Erminio, dopo i fatti di Charlie Hebdo ho scritto al Dipartimento della P.S., al Ministro dell’Interno e al Presidente del Consiglio per sottoporre alla loro attenzione il problema ma non ho avuto riscontri e allora il coinvolgimento dell’opinione pubblica è risultato ineludibile perché i miei colleghi hanno una dignità, la loro vita merita rispetto e i cittadini hanno diritto ad un apparato della sicurezza in grado di produrre sicurezza reale.
Signor Erminio, la vergogna non sta nella denuncia ma nella situazione, e chi si deve vergognare non è chi ha denunciatola situazione in questione ma chi l’ha determinata.
Carissimi colleghi e cittadini,
chi dovesse condividere le mie ragioni è invitato a scrivere al direttore del quotidiano il Messaggero esternandogli il proprio pensiero e chiedendoli di pubblicare quanto inviato al fine di verificare se la sospetta e insolita doppia pubblicazione è figlia di pressioni indebite o di scarsità di lettere da mettere in pagina, consentendoci di mettere alla prova la correttezza giornalistica della testata.
Scrivete tutti e divulgate.
Tengo anche a segnalare che il signor Erminio, ammesso che il vergatore della lettera abbia tale nome, ha messo in discussione la competenza del sindacalista della Polizia a dissertare su queste materie.
Per certo il sindacalista in questione sono io, Gianni Tonelli, per la semplice ragione che negli ultimi mesi sono stato l’unico sindacalista della Polizia che ha avuto il coraggio di andare in televisione a dire le cose a cui faceva riferimento il signor Erminio.
Premesso tanto devo rilevare che sono stato costretto alla mia denuncia perché gli equipaggiamenti dei poliziotti da individuarsi nelle armi, nei giubbetti anti proiettile ecc. e la formazione incidono direttamente sulla sicurezza degli operatori e soprattutto sulla efficacia del servizio che si presta alla comunità dei cittadini. Se un poliziotto è adeguatamente equipaggiato e formato ad affrontare un “tagliagole” può fermarlo ed evitare che quest’ultimo possa fare carne ma macello di vittime inermi come è avvenuto a Parigi.
La tutela della sicurezza sul posto di lavoro, signor Erminio, è una competenza naturalmente intrinseca alla funzione sindacale e se questo vale per gli operai della Thyssen Krupp o della Eternit non vedo perché i poliziotti debbano essere considerati figli di un dio minore.
Caro signor Erminio, auguro a lei e ai suoi cari di non trovarsi nelle infauste situazioni a cui stiamo facendo riferimento perché, col senno di poi, sarà costretto a rivalutare la mia azione comprendendo le finalità positive e la idoneità della mia denuncia.
“Necessitas non habet legem”, signor Erminio, dopo i fatti di Charlie Hebdo ho scritto al Dipartimento della P.S., al Ministro dell’Interno e al Presidente del Consiglio per sottoporre alla loro attenzione il problema ma non ho avuto riscontri e allora il coinvolgimento dell’opinione pubblica è risultato ineludibile perché i miei colleghi hanno una dignità, la loro vita merita rispetto e i cittadini hanno diritto ad un apparato della sicurezza in grado di produrre sicurezza reale.
Signor Erminio, la vergogna non sta nella denuncia ma nella situazione, e chi si deve vergognare non è chi ha denunciatola situazione in questione ma chi l’ha determinata.
Carissimi colleghi e cittadini,
chi dovesse condividere le mie ragioni è invitato a scrivere al direttore del quotidiano il Messaggero esternandogli il proprio pensiero e chiedendoli di pubblicare quanto inviato al fine di verificare se la sospetta e insolita doppia pubblicazione è figlia di pressioni indebite o di scarsità di lettere da mettere in pagina, consentendoci di mettere alla prova la correttezza giornalistica della testata.
Scrivete tutti e divulgate.
Gianni Tonelli
Il Messaggero del 27 dicembre 2015
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Il Messaggero del 31 dicembre 2015
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