In data odierna abbiamo scritto al Dipartimento della Pubblica Sicurezza al fine di migliorare l’applicazione delle misure a tutela della madre lavoratrice.
Il decreto legislativo n.151 del 2001 prevede l’adibizione ad altre mansioni in primis, l’interdizione obbligatoria dal lavoro in secundis, in caso di accertamento di condizioni di lavoro o ambientali pregiudizievoli per la sicurezza e la salute delle lavoratrici durante il periodo di gravidanza e fino a sette mesi di età del figlio.
Purtroppo questo vaglio per le dipendenti madri della Polizia di Stato viene effettuato con il semplice dirottamento delle stesse da funzioni cosiddette “operative” a quelle d’ufficio.
Si tratta di un automatismo che potrebbe rivelarsi pericoloso laddove non vengano concretamente analizzati quei rischi che potrebbero pregiudicare sia la lavoratrice in stato interessante, sia successivamente il buon andamento dell’allattamento naturale.
Spesso, infatti, anche le stesse mansioni d’ufficio potrebbero celare lavori abbastanza faticosi sul piano psico-fisico, a causa dell’assunzione di posizioni particolarmente affaticanti per l’utilizzo prolungato di videoterminali, ovvero per altri potenziali disagi connaturati alla permanenza negli uffici di polizia.
Chiediamo, pertanto, una maggiore attenzione attraverso magari una rivalutazione dei criteri e parametri finora utilizzati.
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