Negli ultimi anni il SAP ha più volte denunciato, nell’indifferenza delle Istituzioni, la lesione dei diritti dei rappresentanti sindacali che hanno subito una vera e propria limitazione, attuata anche attraverso lo strumento del procedimento disciplinare.
Recentemente anche la Corte di Cassazione ha avuto modo di riaffermare l’imprescindibilità del diritto di critica sindacale nell’ambito di una vicenda che ha riguardato un nostro Segretario Provinciale, sanzionato disciplinarmente per avere denunciato la situazione di disparità di trattamento del personale della Questura di Cosenza.
La Corte di Cassazione ha confermato la sentenza della Corte d’Appello di Catanzaro che aveva revocato il provvedimento disciplinare irrogato al dirigente sindacale. È stato riconosciuto che gli scritti del sindacalista “non erano esorbitanti del diritto di critica perché, seppur con toni polemici ma non lesivi della reputazione e del decoro del Questore” era stata offerta “una interpretazione dei fatti che risultavano caratterizzati da un nucleo essenziale di verità”.
La sentenza è ormai definitiva e “fa stato”. La compressione e inibizione delle libertà sindacali è stata sancita definitivamente.
Per tale ragione il SAP ha scritto al Capo della Polizia chiedendo lumi sulle azioni che il Dipartimento intende intraprendere a seguito di una condotta antisindacale riconosciuta in via definitiva da un’Autorità terza rispetto alla nostra Amministrazione.
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