Una vicenda contorta che ha visto l’accusa di numerosi colleghi, che sono dovuti salire sul banco degli imputati, solo per aver svolto il loro lavoro.
La Corte di appello di Perugia si è così espressa a loro favore, assolvendoli tutti. Accusati di sequestro di persona, evento legato alle presunte irregolarità sul rimpatrio di Alma Shalabayeva, la moglie del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov assieme alla figlia più piccola Alua, che nel 2013 furono espulse e rimpatriate in Kazakhstan e successivamente riammesse in Italia dopo un periodo di estradizione.
Dice Stefano Paoloni Segretario generale del SAP: “Finalmente una vittoria per la giustizia e la legalità. Affermiamo soddisfazione per la sentenza, anche se i tempi si sono dimostrati troppo lunghi e farraginosi, impedendo a validi poliziotti di continuare a servire con la loro professionalità il Paese. Auspichiamo vivamente che ai colleghi venga riconosciuta la loro dignità professionale dopo la sentenza da parte della Corte d’Appello. Ora anche l’Amministrazione gli consenta di recuperare professionalmente il tempo perduto”.
Così come Gianni Tonelli, onorevole e segretario generale aggiunto del Sap, che commenta l’assoluzione in appello di tutti gli imputati nel processo sull’espulsione di Alma Shalabayeva e di sua figlia Alua avvenuta nel 2013 ”Questa vicenda ha lasciato sul campo troppi cadaveri, metaforicamente parlando. Due funzionari eccellenti oggi assolti. E il mio pensiero va ai prefetti Procaccini e Valeri, straordinari funzionari che hanno vista interrotta la loro carriera e il rapporto di servizio straordinario al Paese che, da una vita, facevano”.
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