CASO CUCCHI: TONELLI ASSOLTO PERCHÈ IL FATTO NON COSTITUISCE REATO

CASO CUCCHI: TONELLI ASSOLTO PERCHÈ IL FATTO NON COSTITUISCE REATO

La Corte d’Appello di Roma ha assolto Gianni Tonelli, ex deputato leghista e Segretario Generale Aggiunto del SAP, dal reato di diffamazione contestato a seguito di una querela presentata...

La Corte d’Appello di Roma ha assolto Gianni Tonelli, ex deputato leghista e Segretario Generale Aggiunto del SAP, dal reato di diffamazione contestato a seguito di una querela presentata da Ilaria Cucchi “perché il fatto non costituisce reato”. Le dichiarazioni di Tonelli erano contenute in un comunicato del Sindacato Autonomo di Polizia del 31 ottobre 2014 a seguito della definitiva assoluzione in appello degli appartenenti alla Polizia Penitenziaria per la morte di Stefano Cucchi.

«Il mio intendimento -dichiara Tonelli- era sostenere la campagna SAP “verità e giustizia” con la quale si proponeva di collocare su tutte le divise, su tutte le auto e in tutte le celle di sicurezze delle telecamere al fine di videoregistrare gli interventi per dare tutela e trasparenza all’operato delle Forze dell’Ordine e ai cittadini. Fin dal primo momento ho ritenuto ingiusta, strumentale e infondata la querela e nonostante il Pubblico Ministero avesse chiesto l’archiviazione, perché non rilevava illiceità nella mia condotta. Il Giudice delle Indagini Preliminari, su opposizione di Ilaria Cucchi, impose l’imputazione coatta a mio danno rinviandomi a giudizio… Ho fatto solamente il mio dovere servendo la causa della verità».

Ad Agenparl alla domanda se la verità trionfa da sola e non bisogna dolersi di averla detta perché sempre illuminante, pur richiedendo di mettersi in discussione rinunciando a qualcosa di comodo, Tonelli risponde:

«Non credo che la verità da sola abbia la forza di poter vincere la menzogna. La verità va corroborata con iniziative e in questo specifico caso io non ho accettato di pagare preventivamente una cifra per evitare una querela. Non ho accettato il fatto dell’imputazione coatta che ho ritenuto anche una cosa infamante per la mia persona… La verità è potuta emergere perché io ho rinunciato al beneficio della prescrizione, che avrebbe estinto ogni problema. Questo dimostra che la verità va aiutata. Da sola non è sufficiente, non ha forza autonoma per potersi affermare». 

 

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