E’ successo quello che mai avremmo creduto che potesse accadere: Carlo Alberto Conte, 12 anni, non ce l’ha fatta. Domenica 23 gennaio nei prati di Vittorio Veneto il giovane atleta delle Fiamme Oro stava prendendo parte al cross “Città della Vittoria”, la sua prima gara di atletica, i suoi primi 1000 metri cronometrati. Ieri sera in all’Ospedale di Treviso il suo cuore ha smesso di battere. Per sempre.
Lo piangono papà Dino Massimiliano, mamma Valentina, la sorella Clementina, i compagni, gli allenatori e i dirigenti del gruppo sportivo della Polizia di Stato.
«Per me e per tutti i miei collaboratori questo non è solamente un lavoro» – dichiara Sergio Baldo responsabile e direttore tecnico delle Fiamme Oro atletica – «Noi alleniamo e gestiamo ogni giorno i ragazzi come se fossero nostri figli, l’obiettivo principale non sono i risultati ma crescere insieme e fare gruppo. Sul campo condividiamo momenti meravigliosi e delusioni, perché siamo una squadra, oserei dire anche una famiglia per l’affetto e il coinvolgimento nelle vite dei nostri atleti. Da novembre 2021 Carlo Alberto faceva parte di questa squadra e ora tutte le Fiamme Oro non possono che stringersi attorno alla sua famiglia in un abbraccio davvero colmo di affetto».
«Questa notizia per me è un fulmine a ciel sereno» – commenta a caldo il capitano della squadra Roberto Bertolini – «Un anno fa sono diventato papà e anche per questo motivo la tragedia di Carlo Alberto mi ha colpito profondamente. Noi atleti della prima squadra rappresentiamo per i ragazzi del centro giovanile una sorta di modello, un riferimento e anche un obiettivo a cui tendere. Ci accomuna la passione immensa per questo sport e per questa squadra. So che per Carlo Alberto era esattamente così: lui voleva fare atletica con le Fiamme Oro e per questo motivo sarà per sempre un atleta cremisi perché non conta quante volte tu abbia indossato questa maglia o i risultati ottenuti, ma solo con quanto orgoglio tu l’abbia fatto».
Carlo Alberto abitava in Prato della Valle, la piazza simbolo di Padova, distante poche centinaia di metri dalla sede delle Fiamme Oro, il 2° Reparto Mobile della Polizia di Stato. Studente modello, frequentava la II media presso la Scuola “Giovanni Pascoli”. Ieri mattina la sua classe aveva organizzato una messa per pregare per lui presso la Basilica del Santo di Padova.
«Amava la storia ma anche il disegno tecnico, passione ereditata dal nonno e dallo zio materno. Aveva molto da dare, ti guardava fisso negli occhi. Era proprio una bella persona» – questo è il ricordo tracciato dalla prof.ssa Tiziana Vidotto, coordinatrice del plesso della scuola “Giovanni Pascoli”.
E parole commosse arrivano proprio dalle mamme di alcuni suoi compagni di classe: «Studioso e appassionato, amava approfondire la storia e la tecnologia. Era molto sportivo: sciava, giocava a tennis e basket e non vedeva l’ora di ripetere l’esperienza della vela, già praticata l’estate scorsa con gli amici. Fin da piccolo era affascinato dalla Polizia e dalle Forze dell’Ordine, di cui sfoggiava con orgoglio stemmi e targhette. Amante del cubo di Rubik, si trovava spesso con gli amici per condividere momenti della giornata anche semplicemente con lunghe videochiamate». Un’altra mamma aggiunge: «Sempre affettuoso con la mamma e la sorella, cercava di seguire in tutti i modi l’esempio del suo amato papà, anche nella corsa e nella bicicletta. Era un ragazzo davvero speciale: aveva una marcia in più». E conclude: «A volte introverso, si sapeva far voler bene da tutti e aveva una parola gentile per ognuno. Con il suo fare geniale conquistava chiunque».
Era giovanissimo: il 27 marzo 2022 avrebbe compiuto 13 anni.
«Carlo Alberto è entrato subito nel cuore della squadra, con la sua spontaneità, il suo modo di fare unico, la sua spiccata intelligenza» – rivela la sua allenatrice Rosanna Martin «Ieri mi sono sentita con un suo compagno di classe e di allenamento, abbiamo parlato di Carlo Alberto e lui mi ha detto che era tanto buono. Mi ha colpito questo aggettivo perché non è comune che i ragazzi lo usino per definire i coetanei, ma per Carlo Albero è proprio azzeccato: buono e sensibile. Sorrido e mi commuovo ripensando a tanti episodi rivelatori del suo animo. Uno molto recente: al campo usavo sempre un paio di guanti rossi che però si erano bucati su un dito e Carlo Alberto lo aveva notato. Così a Natale è arrivato con un regalino per me: un bel paio di guanti rossi nuovi, senza buchi. Mi ha scaldato il cuore con quel gesto. Si era appassionato sempre più alle varie specialità dell’atletica, dalla corsa, ai salti, agli ostacoli e al lancio del vortex, che lui preferiva. Domenica ha voluto intensamente esserci, per essere della squadra e per indossare per la prima volta in gara la maglia delle Fiamme Oro, di cui andava orgogliosissimo. Questo mi rende felice. Resta una sofferenza enorme a cui come allenatrice è impossibile dare un senso, ma nel cuore ho la gioia di averlo conosciuto, abbracciato, aver tifato per lui e averlo stimolato ad essere un piccolo grande atleta».
A Vittorio Veneto domenica verso metà gara Carlo Alberto si è improvvisamente accasciato al suolo. L’assistenza all’atleta è stata immediata grazie alle due ambulanze presenti all’evento, una delle quali di soccorso avanzato. Ci sono stati altresì l’intervento tempestivo di due medici anestesisti, presenti occasionalmente sul posto, e il trasferimento con l’elisoccorso all’Ospedale di Treviso. Ma non è bastato. Ci mancherà l’energia e la spensieratezza di un ragazzo particolarmente sensibile e intelligente, innamorato della vita e dell’atletica.
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