Alle 17.56 di 25 anni fa morivano in un vile e drammatico attentato Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli uomini della sua scorta: Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.
572 chili di tritolo vengono fatti esplodere lungo il tratto di strada che dall’aeroporto di Punta Raisi porta a Palermo, spazzando via le auto del giudice e dei suoi uomini, all’altezza dello svincolo per Capaci.
A distanza di pochi mesi, il 19 luglio, in Via D’Amelio a Palermo, “cosa nostra” colpirà anche il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta: Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Si trattava della violenta e disperata reazione di una mafia che si sentiva mortalmente minacciata dal coraggioso ed instancabile lavoro portato avanti dai due giudici.
Fu proprio a partire dall’anno successivo, scegliendo come data simbolica il 23 maggio, che il SAP iniziò a celebrare la memoria di questi caduti e di tutti i poliziotti, giudici, giornalisti, uomini di chiesa, comuni cittadini, che negli anni sono rimasti vittime della mafia, del terrorismo, del dovere e di ogni forma di criminalità.
Ed il nostro Memorial Day viene celebrato in questi giorni, a distanza di 25 anni, con rinnovato spirito e convinzione. Lo stiamo facendo con il Cammino della Memoria, della Verità e della Giustizia, che si è appena concluso.
Lo faremo il prossimo 25 maggio con una solenne commemorazione presso l’Altare della Patria a Roma e con tutta una serie di iniziative che si stanno svolgendo sul territorio nazionale.
Ricordare vuol dire non disperdere il sacrificio dei caduti e metterlo a frutto nel processo di crescita e di costruzione di una società migliore.
Noi non dimentichiamo!
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